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La Presidente ha innanzitutto rappresentato l’ambiente congiunturale nel quale Solidarietà Veneto sta operando in questi anni. Un contesto di crisi la cui percezione, da parte dei lavoratori, è cambiata nel tempo: «l’interlocutore comincia a pensare ad un nuovo, più complicato, habitat a cui, per forza di cose, doversi adattare o, peggio, rassegnare».

Crisi dunque, ma i mercati finanziari nel 2012 crescono con forza ed i risparmiatori si tranquillizzano. Una biforcazione, tra finanza ed economia reale, parzialmente indotta dalle politiche espansive attuate da governi e banche centrali. Ma il rendimento derivante dal binomio “debito – moneta” non è sostenibile, perché non rappresenta crescita reale, e può diventare «un peso scaricato sulle generazioni future».

La Presidente, contrapponendosi a tale visione, ed innestandosi nella tradizionale impostazione del Fondo, improntata alla cautela, da’ a Solidarietà Veneto una direzione: occorre «un atteggiamento di responsabilità nell’investimento, che ci pare irrinunciabile e che quindi dovrà essere sviluppato con ancora maggior convinzione negli anni a venire». Su tali basi, i pur buoni rendimenti del 2012 vengono posti in secondo piano rispetto a quelli di lungo periodo.

Economia reale e sostenibilità trovano sintesi nel progetto degli investimenti territoriali, che ben si coniuga al principio della diversificazione. Un’iniziativa che si auspica possa crescere e che punta ad avvicinare il risparmiatore all’oggetto finale dell’investimento: maggior territorialità significa più consapevolezza circa le proprie scelte finanziarie.

Un assetto, quello rappresentato dalla Presidente, che trova apprezzamento nei lavoratori: nel 2012, nonostante il difficile contesto, cresce nel numero degli iscritti al Fondo. È decisivo, a tali effetti, lo schema intercategoriale, sul quale, sottolinea Giantin, occorre insistere: «multicategorialità significa stabilità delle risorse gestite e dei flussi contributivi. Un contesto che consente ai gestori di lavorare con maggior efficacia». Nel rappresentare alle Parti Istitutive la propria soddisfazione per i risultati ottenuti, la Presidente riporta peraltro la difficoltà complessiva del sistema della previdenza complementare a carattere negoziale, che si contrappone alla forte crescita dei prodotti privati.

Nel messaggio alle Parti rileva altresì la preoccupazione per le omissioni contributive e l’aggrovigliato contesto giuridico – normativo che si è venuto a creare rispetto a tale tema. Un’impostazione incerta e dunque equivoca, che sarebbe opportuno correggere attraverso le necessarie iniziative di legge.

E, a proposito di legge, Vanna Giantin spiega che «il primo effetto della riforma delle pensioni è stato senz’altro un riaccendersi dell’attenzione anche rispetto alla previdenza complementare». Tante le richieste di chiarimenti, tante le telefonate… poi un’osservazione sempre più consapevole da parte dei lavoratori: la riforma ha prodotto una “scollatura” tra sistema pubblico (allungamento dell’età pensionabile) e complementare.

Da qui una nuova esortazione, protesa al rinnovamento globale del sistema di welfare, presentata alle Parti: «si auspica l’ipotesi di una fuoriuscita graduale dal mondo del lavoro e di una compensazione del reddito di fonte INPS o anche, eventualmente, dalla previdenza complementare. La richiesta è quindi chiara: maggior flessibilità nell’accesso alle prestazioni offerte dai due regimi». Un adeguamento che ci piacerebbe venisse realizzato in chiave territoriale, visto il successo dello schema.

Giantin chiude la relazione guardando al futuro e ponendo due priorità: i giovani e, in generale, i lavoratori più distanti dalla previdenza complementare. La Presidenza propone in tal senso alle Parti istitutive di valorizzare lo strumento contrattuale in modo innovativo e adatto a intercettare le esigenze di tali soggetti.

In conclusione, un pensiero anche al team di Solidarietà Veneto e a quanti collaborano nel territorio: «Siamo certi che, se riusciremo a mettere insieme in un’unica ed affiatata squadra tutte queste forze, non c’è nulla di cui aver paura. Si supereranno i disagi del momento e ci si ritroverà, più forti di prima, a costruire insieme il nostro futuro. A costruire, assieme, il bene del nostro territorio».

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