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Gestione Finanziaria

I rendimenti di Novembre 2021. Le borse scendono, Solidarietà Veneto sale

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In un mese davvero poco propizio per la maggior parte di mercati azionari, Solidarietà Veneto mette a segno performance positive su tutti i comparti. Merito di una gestione che ha saputo valorizzare il buon andamento di tre variabili che si sono mosse in controtendenza (Dollaro, BTP e Nasdaq).

Con i vistosi ribassi registrati della maggior parte dei mercati azionari mondiali nel mese passato, molti indici sono ritornati in prossimità dei valori di fine settembre. La borsa italiana, emblematica in questo senso, ha sfiorato nel periodo un pesante – 4%. Una frenata probabilmente collegata ai timori per la ripresa dei contagi, dato anche l’affacciarsi della variante omicron, oltre che al l’inflazione, che si sta confermando quale fattore condizionante, nel bene e nel male, sia in questa fase, sia – con ogni probabilità – nel futuro prossimo.

Il rincaro delle materie prime e dell’energia rischia tra l’altro di far inceppare la “macchina economica”, andando ad interrompere il ciclo positivo innescatosi successivamente all’impatto della pandemia nella primavera 2020, grazie anche ai corposi sostegni pubblici.

Un bel rompicapo attende dunque le banche centrali – soprattutto la Federal Reserve (FED) negli USA e la BCE in Europa – che, dopo anni di politiche espansive, dovranno valutare se e come intervenire per contenere il fenomeno inflattivo, soprattutto se questo dovesse protrarsi a lungo, contrariamente a quanto spesso ipotizzato in questi mesi da molti operatori finanziari.

Nonostante ciò, tutti e quattro i comparti di Solidarietà Veneto hanno registrato performance positive.

Il motivo va ricondotto al buon andamento di alcune “asset class”: un efficace “paracadute” in questa fase delicata. Fra queste va menzionato anzitutto il dollaro, divisa nella quale sono quotati gli investimenti del Fondo nella principale economia del pianeta, il cui valore si è rafforzato probabilmente anche per le aspettative sulle misure che la FED potrebbe adottare per contenere l’inflazione.

Poi una “sorpresa”; i “nostri” titoli di stato. Il BTP a novembre ha recuperato la “caduta” di fine ottobre: allora qualche operatore aveva venduto titoli, intravvedendo la possibilità di un rialzo dei tassi, che penalizzerebbe l’Italia, a causa del debito pubblico. Un timore evidentemente rientrato, almeno per ora.

Infine… alcuni mercati azionari non hanno ceduto affatto, fra questi il Nasdaq, ove sono quotate le aziende Hi-tech USA. Ne hanno tratto naturalmente beneficio i gestori che, nella selezione degli investimenti, privilegiano queste aziende.

Ancora una volta si conferma la centralità della “diversificazione”, che permea da sempre l’impostazione del Fondo. In questi mesi, a tal riguardo, sono stati finalizzati alcuni nuovi investimenti nel capitale delle PMI non quotate ed in infrastrutture; per il tramite dei Fondi cosiddetti “Alternativi” a tal fine selezionati, ci attendiamo un incremento del rendimento nel lungo termine. Più di questo va tuttavia sottolineato che si tratta di strumenti decorrelati – nell’andamento del valore – dai titoli quotati. In altre parole, riprendendo il caso di questo mese, entreranno in funzione nuovi “paracadute”, che potranno aprirsi all’occorrenza, aggiungendosi a quelli già attivi.

Rendimenti netti Novembre 2021

DINAMICO

Considerando l’andamento complessivamente negativo dei mercati azionari, il +0,44% registrato a novembre dal Dinamico, sorprende un po’. Il rendimento da inizio anno continua, dunque, nella sua progressione: +7,57%, con la gestione che negli ultimi due mesi sta recuperando il ritardo rispetto al benchmark (+8,70% da inizio anno) accumulato fino a settembre. La risalita degli indici di borsa a cui stiamo assistendo nei giorni in cui scriviamo, lascia presagire buoni risultati a fine anno, specie se i gestori sapranno interpretare con efficacia il loro ruolo, in un contesto che si preannuncia ancora una volta contraddistinto dalla volatilità.

REDDITO

La ripresa del dollaro traina il Reddito che, a novembre, mette a segno il miglior risultato fra i quattro comparti del Fondo: un corposo +0,85% che spinge ai massimi la performance annuale: +4,08%. Va sottolineata, per quanto concerne il comparto “centrale” del Fondo, la capacità di superare il benchmark (+3,15% nel 2021) in questo anno non semplicissimo da interpretare da parte di tutte e quattro le case di investimento a cui sono affidate le risorse in gestione – con in testa Groupama AM. La compresenza di più gestori nel processo di investimento adottato dal Fondo va ricondotta anch’essa al criterio della diversificazione, che non attiene solo alla selezione dei titoli, ma anche a quella degli stili di gestione e, dunque, dell’interpretazione degli scenari economici.

PRUDENTE

Il “rimbalzo” dei titoli di stato italiani, dopo la flessione di fine ottobre, premia anche il Prudente, che spunta un buon +0,43% nel mese di novembre, portando a quota +2,66% il risultato del 2021 (+2,30% il benchmark). La crescita del valore quota potrebbe avvicinarsi, alla fine dell’anno, al rendimento medio annuo realizzato dal Prudente nel decennio (+3,17%). L’orientamento al breve termine del Prudente, comparto ad identità marcatamente obbligazionaria, negli ultimi anni paga – più che in passato – il “dazio” del rendimento contenuto. Con la revisione del Documento sulla Politica di Investimento, tuttavia, si è valutata l’introduzione di qualche correttivo, nell’auspicio di dare soddisfazione – in termini di rendimento – agli iscritti di questo comparto, senza tuttavia snaturare la filosofia, che da sempre lo contraddistingue, ossia quella della prudenza.

GARANTITO TFR

Dopo alcuni mesi di debolezza, il comparto dedicato ai pensionandi registra a novembre un buon +0,48%, beneficiando anch’esso degli acquisti sui titoli di stato (soprattutto italiani) e della forza della divisa statunitense. Il rendimento da inizio anno si porta così a quota + 0,50%, in linea con le attese che si nutrono rispetto ad un comparto orientato, come sappiamo, alla conservazione del capitale nel breve termine.

Approfittiamo per evidenziare ancora una volta ai giovani che avessero scelto il Garantito TFR negli anni passati, facendo conto sulla remunerazione che allora poteva offrire l’investimento “core” di questo comparto (i titoli di stato), di valutare un’impostazione maggiormente protesa al lungo termine, uno dei punti di forza della previdenza complementare, che ancora può offrire aspettative interessanti, anche in ragione dei bassi costi di gestione.

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