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Rendimenti settembre 2022:
la “tempesta perfetta” si abbatte sui mercati finanziari, che però reagiscono.

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Geopolitica, crisi energetica, rialzo dei tassi, inflazione. Nell’alchimia finanziaria di questi mesi c’è proprio di tutto. A fine settembre i mercati toccano i minimi, per poi risalire. Un po’ come lo scorso luglio. Siamo indubbiamente nel regno della volatilità.

Usciti malconci dalla pandemia, ci siamo trovati ad affrontare il problema delle catene di fornitura e la carenza di materie prime, resi acuti dal conflitto Russia – Ucraina. Terreno fertile per la speculazione, che ha gonfiato i prezzi dell’energia, generando un’inflazione che non vedevamo da quarant’anni e che le banche centrali stanno cercando di frenare con il più classico dei rimedi: alzando i tassi. Il sipario è così calato sul decennio delle politiche espansive, che se da un lato hanno aiutato le economie a superare Lehman Brothers, lo spread e pure il Covid, dall’altro hanno alimentato gli eccessi della finanza, presupposti per l’attuale situazione.

L’efficacia della “cura da cavallo” prescritta da FED e BCE la valuteremo fra qualche anno, gli “effetti collaterali” sono invece già evidenti: siamo quasi in recessione. Una prospettiva che fa soffrire i mercati azionari, ma scende pure il valore delle obbligazioni emesse negli anni passati. Nel breve termine, insomma, non c’è pace per il risparmiatore. Sullo sfondo aleggia uno spettro: l’escalation nucleare. Uno scenario che le borse, pur in ribasso, forse non ritengono credibile. Speriamo abbiano ragione.

La situazione porta alla ribalta squilibri e criticità per troppo tempo ignorati: gli ampi spazi concessi alla finanza, il risiko geopolitico, la dipendenza energetica. Scopriamo così che il benessere del nostro quotidiano dipende dalla disponibilità di gas e petrolio. Come negli anni ’70: un film già visto, ma dal quale non abbiamo forse imparato abbastanza, rimandando il problema per… un paio di generazioni. L’attualità della crisi energetica ci invita nuovamente alla sfida della sostenibilità. Sperando non sia troppo tardi, la sapremo cogliere?

Il valore del risparmio, come sappiamo, dipende dalle aspettative. Dalla fiducia nel futuro.

Fiducia: da dove partire? Se settembre è stato il mese dei record negativi, potremmo focalizzarci su quanto sta accadendo in ottobre. Premesso che le somme si tirano a fine corsa, osserviamo tuttavia una ripresa delle borse nell’ordine del 7-8%. Addirittura, i tassi di interesse, che da inizio anno vediamo risalire, sembrano essersi stabilizzati: in Italia assistiamo addirittura ad una discesa. Infine, un dato che sembra stia sfuggendo all’attenzione dei media: ad agosto, sull’ormai famoso mercato olandese “TTF”, il gas naturale toccava quota 340 €/MWh, prefigurando bollette pesantissime per fine anno. Oggi, quello stesso mercato, quota il gas a meno di un terzo (circa 100 €/MWh), riportandosi ad un livello comparabile con i prezzi del 2021.

Sono segnali interessanti, che tuttavia non vorremmo caricare di troppa enfasi: siamo infatti nel regno della volatilità, fattore comprensibilmente dominante di questa fase economica. Chi può escludere, nel mezzo dell’incertezza, che magari, nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, si possa assistere ad un ulteriore progressione positiva? Un miglioramento del quadro in Ucraina, che tutti auspichiamo, potrebbe contribuire in tal senso. Tuttavia, se anche fosse, un tema resta sul tavolo: quello della sostenibilità dei sistemi economici, a partire dalla dipendenza energetica. Un nodo critico sul quale, lo abbiamo ben inteso, i mercati potrebbero soprassedere, ma che prima o poi riprenderanno a ponderare.

Dare valore a risparmio nel lungo periodo significa oggi, nel mezzo di questa convulsa congiuntura, dar vita, senza indugio, ad un percorso di cambiamento credibile. Se sapremo farlo, e i Fondi Pensione – investitori di lungo periodo – hanno in questo senso un ruolo determinante, potremmo dire che il sacrificio di oggi non sarà stato vano. Diversamente, concentrati sul beneficio dell’oggi a scapito delle generazioni future, comprenderemo con chiarezza che la ricchezza è effimera.

Presentiamo ora i risultati dei comparti di Solidarietà Veneto al 30/09/2022.

DINAMICO

Nel mese di settembre il peggioramento delle variabili economiche principali – con il nuovo timore per una possibile recessione – si sono abbattuti sui mercati azionari. E’ così che il comparto Dinamico, dopo il rimbalzo estivo, termina il mese con un -4,37%, che conduce il risultato da inizio anno a quota -12,85% (benchmark -12,21%). L’iscritto medio al comparto, tipicamente situato nella parte iniziale della carriera lavorativa e con pochi anni di anzianità contributiva, pur rilevando una contrazione degli utili maturati negli anni passati, vede in prospettiva una possibilità di accumulo più interessante che in passato. Ciò spiega probabilmente il rilevante numero di nuove iscrizioni (più che nel 2021) e la ripresa del flusso dei versamenti volontari, che tipicamente si concretizzano nell’ultima parte dell’anno. Un atteggiamento costruttivo che riconosce la capacità del fondo di proiettare la propria gestione in un orizzonte temporale di medio termine.

REDDITO

Anche il Reddito, a settembre, registra una contrazione (-3,06%) che assorbe i rialzi estivi e porta la performance da inizio anno a quota -10,59% (benchmark -11,37%). Decisivo nel risultato l’andamento della componente azionaria: pesano infatti i timori sull’andamento dell’economia, nonostante la capacità dei gestori di fare meglio dei propri parametri di riferimento. Da evidenziare tuttavia che la contemporanea presenza di una rilevante componente obbligazionaria, che oggi offre una remunerazione prospettica molto migliore solo di qualche mese fa, assieme ad una porzione di investimenti azionari quest’oggi “meno cari” rispetto al passato recente, incrementa le aspettative del comparto centrale del Fondo, soprattutto per il suo iscritto medio che, tipicamente, è il risparmiatore che ha si trova a metà della sua carriera lavorativa.

PRUDENTE

Nel mese di settembre il comparto Prudente, scontando le difficoltà dei mercati azionari (seppur in maniera più tenue rispetto a Reddito e Dinamico) registra un -1,86% (6,23% da inizio anno; benchmark -6,89%). Si tratta di un risultato che, seppur nel quadro negativo, spicca rispetto a quelli di altri strumenti di risparmio previdenziale. Resta peraltro, nella valutazione di medio periodo, il periodo di debolezza che ha contraddistinto il comparto nell’epoca dei “tassi bassi”. Ora, alla luce dei rialzi dei tassi di questi mesi, anche per il comparto dedicato agli iscritti che hanno di fronte a sé tra i 9 e i 2 anni alla pensione, si apre una prospettiva più interessante che in passato, soprattutto tenendo conto delle novità apportate in sede di modifica dell’asset allocation.

GARANTITO TFR

-2,58% a settembre per il comparto Garantito TFR (-10,61% da inizio anno, rendimento obiettivo del comparto 0,38%). Il comparto caratterizzato dalla protezione offerta dalla garanzia, che punta a tutelare il capitale accumulato dagli associati nel corso del periodo di investimento, soffre nell’anno in corso il rialzo dei tassi di cui tante volte si è detto. La presenza della garanzia offerta da Generali sta così entrando in azione per proteggere l’associato in caso di liquidazione. Oltre alla protezione nel breve termine, occorre tuttavia rilevare, volgendo lo sguardo al futuro, che il rendimento atteso del comparto, tenuto conto dei rialzi dei tassi di quest’anno prefigura la possibilità di un recupero la cui rapidità è legata anche all’auspicata stabilizzazione del contesto internazionale, sia per quanto riguarda l’elemento inflattivo che quelli – più rilevanti ancora – di carattere geopolitico.

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