Skip to content

Attenzione! Su Facebook qualcuno sta cercando di spacciarsi per Solidarietà Veneto. Non ci cascare. Noi non ti chiediamo il collegamento, non ti mandiamo messaggi privati per chiederti dati personali o proporti "strani" affari. Se ricevi una richiesta di collegamento segnala il profilo a Facebook e bloccalo.

Per tutti i dettagli

Avviso! Oggi, 11 MAGGIO 2023, l’AREA ISCRITTI e l’AREA AZIENDE potrebbero registrare dei rallentamenti per interventi di manutenzione straordinaria. Dalle ore 15.00 il servizio riprenderà il corretto funzionamento..

Per tutti i dettagli
Gestione Finanziaria

I rendimenti di settembre 2015: il quadro complessivo

Facebook
Twitter
LinkedIn

Per descrivere l’andamento dei mercati nell’ultimo trimestre sarebbe sufficiente una parola: volatilità. Con il mese di settembre si chiude infatti un’estate durante la quale la maggior parte delle asset class ha fatto registrare un andamento dei prezzi molto instabile.

La volatilità, semplificando, ci indica la variazione percentuale del prezzo di uno strumento finanziario rispetto a quello medio registrato in un certo periodo: è un indicatore che ci da la misura del “rischio” di un investimento, che è appunto considerato tanto più elevato quanto maggiore è la volatilità.

Naturalmente ci sono due tipi di volatilità: finché i mercati percorrono un trend complessivamente positivo (come ad esempio nei primi mesi dell’anno), la variabilità dei rendimenti, comunque positivi, non crea certo tensione.

Diverso è il caso dell’incertezza che genera il cosiddetto “downside risk”, cioè la variabilità dei prezzi che si portano sotto la loro media; in questi mesi, in particolare, i focolai di volatilità negativa sono stati molti: prima le code del caso Grecia e le tensioni per le bolle (immobiliari e non solo) Cinesi, più tardi la politica monetaria della FED (banca centrale degli Stati Uniti) ed il caso Volkswagen.

In ogni caso l’aderente dovrà aver cura di verificare quanto rischio (o quanta volatilità) “contiene” l’investimento nel fondo pensione e, se questo livello risulta coerente con le propri aspettative.

Val la pena di osservare che, proprio con l’obiettivo primario di contenere la volatilità complessiva dei vari portafogli, Solidarietà Veneto si è adoperato in questi anni per diversificare le gestioni, introducendo strumenti finanziari i cui andamenti di prezzo fossero tra di loro decorrelati, cioè che avessero andamenti di prezzo di direzione opposta (questo stabilizza l’andamento complessivo).

Si pensi all’investimento in obbligazioni a “focus geografico” o anche, per quanto riguarda i comparti Reddito e Dinamico, i fondi chiusi mobiliari (capitale di aziende non quotate).

Dopo questa premessa “didattica”, domani, andremo a verificare, più in dettaglio, per ciascun comparto, i rendimenti del mese di settembre. Continua a seguircii!

VUOI DIRE LA TUA? Lascia il tuo commento sulla nostra pagina Facebook

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE
SOLIDARIETÀ VENETO: AVANTI CON GLI INVESTIMENTI TERRITORIALI
DINAMICO: 10… E LODE – 01
DINAMICO: 10… E LODE – 02
DINAMICO: 10… E LODE – 03
CRISI GRECA: LA STRATEGIA DI SOLIDARIETÀ VENETO
BANKITALIA: DALLE BANCHE EROGAZIONI PIÙ SELETTIVE
VEGAS (CONSOB): PMI DIPENDONO TROPPO DALLE BANCHE
INVESTIMENTO NELLE PMI: PRIMA VOLTA PER UN FONDO PENSIONE

Scopri

Potrebbe interessarti anche…

Maggio: i mercati rifioriscono, ma non c’è rosa senza spine

Il buon andamento dei mercati azionari nel “mese delle rose” favorisce i comparti di Solidarietà Veneto. Buone notizie anche dallo “spread” italiano, che torna ai minimi dal 2021. Il contesto, molto incerto a causa delle tensioni geopolitiche, stimola la riflessione sul corretto posizionamento comparto – profilo di rischio. L’estate è appena iniziata, ma la calura

Pensione anticipata contributiva: da oggi conta anche la previdenza complementare.

Pensione a 70 anni? No, grazie. Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, si apre una nuova possibilità per chi desidera accedere alla pensione in anticipo. Se aderisci a una forma di previdenza complementare potrai utilizzarla per accedere prima alla pensione. In pratica, un passo in più verso la flessibilità pensionistica. Se l’importo

Premio di risultato nel Fondo pensione. Perché conviene?

Hai mai considerato i vantaggi di convertire il Premio di Risultato (PDR) in previdenza complementare? C’era una volta… il Premio di Produzione, che veniva riconosciuto al raggiungimento di determinati obiettivi aziendali. Questa forma di retribuzione – che oggi si chiama Premio di Risultato (PDR) da qualche anno gode di un trattamento fiscale particolarmente vantaggioso. E

Torna in alto