Da un contesto come quello descritto non poteva che trarre beneficio, nel 2017, il Comparto Dinamico che, nonostante una componente azionaria non elevatissima – mediamente pari al 50% del portafoglio – spunta un ottimo risultato. Impressionano ancor di più i risultati nel lungo periodo, che attraggono soprattutto i giovani aderenti. Nel complesso quasi un quinto degli associati a Solidarietà Veneto si posiziona sul comparto Dinamico: percentuale molto elevata e non così frequente nel mondo dei fondi pensione negoziali.
Si veda a tal riguardo anche questo approfondimento de “Il Sole 24 Ore”.
È da registrare altresì il sesto anno consecutivo di rendimenti positivi su tutti i comparti, fattore senz’altro rilevante, e se il Dinamico attrae per il risultato, dal lato opposto ecco un altro punto di forza del Fondo: il comparto Garantito TFR, che offre una garanzia di rendimento pari al TFR in azienda intercettando le aspettative degli associati prossimi al pensionamento (orizzonte temporale breve) o particolarmente avversi al rischio.
“…un valore aggiunto – puntualizza Stefan – che difficilmente si trova sul mercato, se non forse a costi molto più elevati.”
La crescita economica, assieme all’inflazione contenuta, in Italia come in Europa, hanno intanto creato le condizioni per un rafforzamento dell’Euro rispetto alle altre divise estere. Il dollaro USA chiude così l’anno vicino a quota 1,20 (dollari per un euro) rispetto a 1,05 circa di fine 2016, comprimendo il valore degli investimenti esteri effettuati dai gestori.
Da ultimo l’imprevisto: nelle ultime due settimane di dicembre i mercati hanno colto qualche segnale di rialzo dei tassi: i rendimenti sono risaliti e, di riflesso, è diminuito il valore dei titoli obbligazionari presenti nei portafogli, che ha rallentato lo sviluppo delle performance. Nulla di trascendentale, anche perché gennaio sembra ripartito con gran vigore.
Ecco nel dettaglio i rendimenti dei comparti di Solidarietà Veneto
Dinamico
Come premesso, nonostante la succitata debolezza del dollaro USA, il Comparto chiude l’anno a +5,42% netto (benchmark +4,74%; +0,36% a dicembre): un ottimo risultato, nella traccia segnata gli anni passati (rendimento medio annuo 2013 – 2017: +6,32%). È difficile trovare sul mercato strumenti previdenziali capaci di realizzare risultati analoghi a fronte di una volatilità comunque contenuta. Bene i gestori: tutti e tre (Finanziaria internazionale, Amundi – ex Pioneer – ed Eurizon – attivo da quest’anno) hanno superato il benchmark di riferimento nel 2017. Decisivo in particolare l’apporto di Amundi ed Eurizon.
Reddito
Il rialzo dei tassi di fine anno ha rallentato l’incremento del valore quota: +1,78% il rendimento da inizio anno (benchmark +1,60%). Il -0,13% di dicembre è stato peraltro ampiamente compensato dal rimbalzo osservato fino a metà gennaio (momento in cui scriviamo), soprattutto grazie ai mercati azionari. Va ricordato, a tal proposito, che il 5% delle risorse del Comparto sono investite proprio nelle “azioni Italia”: il rendimento di questa asset class, che nel 2017 ha registrato un buon 16%, nei primi 15 giorni del nuovo anno sfiora addirittura un sorprendente +8%.
Nel 2017 giudizio positivo anche per i gestori che, salvo Mediobanca (ex Duemme Sgr) superano il benchmark. Spicca Generali Investment Sgr, che stacca gli altri (Arca e Finanziaria internazionale) maturando una abbondante “overperformance”: +1,34% contro il parametro di riferimento. Una collaborazione, quella con i gestori, che anche grazie ai bassi costi di gestione, ha permesso di registrare, nel quinquennio 2013 – 2017, un rendimento medio netto annuo che sfiora il 4%.
Prudente
Il Comparto “socialmente responsabile” incassa a dicembre l’effetto del rialzo dei tassi (-0,15%), chiudendo il 2017 a +0,73% (benchmark +0,75%). Come per il Reddito, i primi 15 giorni del 2018 lasciano intravvedere un’interessante incremento.
Fra i gestori brilla Unipol, che compensa la lieve underperformance contro benchmark registrata da Candriam e Finanziaria internazionale. Interessante il risultato nel quinquennio 2013 – 2017 (+2,59% netto medio annuo), ma forse l’aspetto più rilevante è un altro: dall’attivazione (settembre 2002) il Prudente non ha mai visto un segno “meno”, e ciò forse spiega come mai, pur a fronte delle più contenute performance degli ultimi anni (tassi bassi), siano ancora molti gli associati che prediligono il Prudente. Da evidenziare che, per molti iscritti particolarmente cauti, questo è stato l’anno del passaggio al Garantito TFR: due comparti simili (prevalenza della componente obbligazionaria), ma chi sceglie il Garantito TFR può contare sulla forza della garanzia assicurativa.
Garantito Tfr
Il 2017 si chiude a +0,74%, con Cattolica che supera il benchmark (+0,11%) e contribuisce al risultato, nonostante un mese di dicembre (-0,29%) debole a causa del lieve rialzo dei tassi.
Il Comparto riscuote nel 2017 un notevole successo, che il rendimento, positivo ma contenuto, non spiega del tutto: molti sono infatti gli aderenti che hanno deciso, nell’anno, di trasferirsi al Garantito TFR (soprattutto dal Prudente) per beneficiare della garanzia assicurativa: un significativo valore aggiunto, non desumibile dall’osservazione dei soli rendimenti calcolati a “valore di mercato” (mark to market). L’aderente che sceglie questa linea può contare infatti, almeno fino a giugno del 2020, sulla restituzione del capitale e di un rendimento minimo pari alla rivalutazione del TFR (quest’anno pari al +1,74%). Si tratta di una preziosa copertura del proprio risparmio pensionistico, particolarmente efficace proprio nell’attuale scenario di tassi bassi e, ancor più, nelle fasi di rialzo dei rendimenti.
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