Il mese di aprile conferma il complesso scenario del primo trimestre: prosegue purtroppo il conflitto Russia – Ucraina, l’inflazione si concretizza su livelli rilevanti e, complice l’aspettativa di rialzo dei tassi, continuano a soffrire sia i mercati azionari che quelli obbligazionari. Eppure…
I mercati finanziari in aprile non ci hanno offerto indicazioni innovative rispetto alla situazione, largamente commentata, del primo trimestre. Qualche debole segnale positivo si intravvede in effetti nei giorni in cui stiamo scrivendo, ma è ancora troppo poco per trarre conclusioni: meglio quindi darci appuntamento al mese prossimo per una valutazione di dettaglio, conti alla mano.
Constatato ciò, e dunque senza ripeterci nei contenuti, tentiamo di andare oltre, provando a condividere qualche spunto emerso dal confronto con gli associati in queste settimane.
Nei periodi di tensione finanziaria, come questo, giunge fisiologicamente il consueto incremento dell’avversione al rischio, con le frettolose “fughe” dalle forme di risparmio più aggressive e volatili.
Capita in effetti di imbattersi in qualche investitore “fai da te” che, sulla scorta dell’emotività, ipotizza, in queste fasi, soluzioni avventate. E, allargando la visuale, non mancano neppure i “leoni da tastiera” che, nei social network, ricercano consenso paventando l’approssimarsi della “fine del mondo” (non solo finanziario)! Si tratta tuttavia di eccezioni, che hanno il loro “specchio” nei momenti di euforia, quando magari ci si espone agli stessi rischi a cui poi si cerca di sottrarsi.
Nell’ambito dei fondi pensione questi episodi hanno peraltro una dimensione marginale: dai nostri uffici rileviamo infatti che, nei primi quattro mesi dell’anno, le contribuzioni sono aumentate del 10% rispetto al 2021 (e del 35% rispetto al 2019 pre-Covid) e sono circa 3.000 le nuove adesioni raccolte nello stesso periodo. Molti i giovani e, più in generale, i lavoratori focalizzati sui vantaggi (magari fiscali e contrattuali) che la previdenza può offrire rispetto ad altre forme di risparmio.
Insomma… c’è poco da discutere: ci si trova nel mezzo di un cambiamento (di una “crisi”); questo è indubbio. Ci sono tuttavia modi e modi per attraversare le “tempeste” e, nel fondo regionale, sembra prevalere l’atteggiamento costruttivo di chi, davanti alle difficoltà, da tempo è abituato a “rimboccarsi le maniche”, guardando avanti.
L’impegno del fondo resta perciò quello di condurre ad un’osservazione più distaccata della realtà, ricordando, come diceva Cicerone, che “Nulla ci è di più nemico di noi stessi”. E per questo, spesso è sufficiente “fare i conti”: ogni aderente avrà modo di constatare che i montanti maturati, nonostante i ribassi di questi mesi, sono superiori ai valori che si sarebbero ottenuti puntando alla “tradizionale” scelta del TFR in azienda.
E proprio grazie alla verifica della propria posizione che ogni iscritto, anche con il supporto dei consulenti del Fondo, potrà perfezionare la sua impostazione relativamente allo scopo dell’investimento previdenziale. Potrebbe essere questo il momento giusto per chiedersi: “ho raggiunto il mio obiettivo pensionistico?” “E’ il momento di cambiare comparto?”
Ricordando quindi che razionalità e pianificazione sono gli ingredienti giusti per affrontare le inquietudini dei mercati finanziari, commentiamo i risultati di Solidarietà Veneto al 30/04/2022 (acquisiti dai sistemi web del fondo da un paio di settimane) confermando la consueta disponibilità del Fondo per ogni approfondimento individuale.
Rendimenti netti Aprile 2022
DINAMICO
Il Dinamico chiude aprile con un -3,03%: il -6,85% (benchmark -6,24%) accumulato da inizio anno richiama alla memoria la primavera 2020 (allora, nel mezzo della pandemia, si toccò quota -8%). Come a suo tempo spiegato, pesano le incertezze legate al conflitto Russia – Ucraina, all’inflazione e al rialzo dei tassi; forse ancor più va considerato il fatto che il comparto, investendo poco più della metà delle risorse nei mercati azionari, ha beneficiato negli anni passati di abbondanti rialzi: periodiche prese di beneficio hanno quindi carattere “fisiologicio”. Il rendimento del comparto nel decennio è infatti ancora molto consistente (+71,42%) e consente agli iscritti dall’orizzonte temporale più breve di riflettere su un eventuale riposizionamento. All’opposto, per i più giovani, si potrebbero gradualmente materializzare valutazioni di lungo periodo più interessanti.
REDDITO
In questo scorcio temporale, pesante per tutte le asset class, soffre anche il Reddito: con il -2,48% di aprile, il risultato da inizio anno tocca quota -6,11% (benchmark -6,20%) e ci rimanda la memoria alle difficoltà del biennio 2007-09. Le cause vanno ricondotte in primis alle debolezze del mercato azionario ma, ancor più, al rapido aumento dei rendimenti dei titoli obbligazionari. Su quest’ultimo punto va condiviso un rilievo importante che contraddistingue ancor di più i comparti Prudente e Garantito TFR e, in misura minore, il Dinamico: con l’aumento della remunerazione attesa dalla componente obbligazionaria (75% circa del portafoglio) il Reddito ritrova una parte di quel potenziale che negli ultimi anni era di fatto quasi “evaporato” (a causa dei costanti ribassi dei tassi). Se dunque, negli anni passati, sottolineavamo che i buoni risultati nel breve celavano insidie in prospettiva, oggi possiamo affermare l’esatto opposto: i numeri negativi di oggi racchiudono già il maggior rendimento futuro. Per un iscritto al Reddito, di fatto a metà del suo percorso previdenziale, si aprono quindi prospettive migliori rispetto a quelle del passato recente.
PRUDENTE
Se c’è un’asset class che sta subendo meno di altre la “tempesta” finanziaria in atto, questa è evidentemente la liquidità: sfruttando tale determinate i gestori del Prudente, in questi mesi, sono riusciti a contenere gli effetti dei consistenti rialzi dei tassi. Il rendimento del valore quota, nonostante un calo del 2,85% da inizio anno (-1,28% in aprile), supera largamente il benchmark (-3,58%) e si distingue fra i comparti di Solidarietà Veneto (e non solo). Nel dar merito ai gestori per tale risultato, occorre tuttavia contestualizzare la valutazione: la “resilienza” del comparto nel breve termine – certamente apprezzata – ha come contraltare una minore remuneratività nel medio periodo rispetto a comparti come il Reddito ed il Dinamico: il comparto resta quindi sconsigliato ai più giovani. Il Prudente non dispone inoltre di garanzia assicurativa, per cui, qualora lo scenario dovesse ulteriormente deteriorarsi, mancherebbe la protezione offerta dal Garantito TFR, che infatti meglio si adatta a chi è più prossimo all’obiettivo pensionistico.
GARANTITO TFR
Il 2022 continua a presentarci un Garantito TFR inedito… o forse tale solo per chi non ha vissuto la storia del Fondo degli ultimi 20 anni. Il -2,30% del mese di aprile (-5,67% da inizio anno) stride se relazionato ad un comparto dedicato alla “conservazione” del capitale dei pensionandi. Tuttavia, nel mese di novembre del 2011, il valore quota Garantito TFR scese del 2,63% e, in un trimestre, perse allora quasi il 4%. In quello stesso periodo i ribassi registrati da alcuni strumenti analoghi giunsero alla soglia del 10%. All’epoca, il rialzo dei tassi non fu “globale”, come in queste settimane, ma colpì – ahinoi – il Paese più importante per un investitore italiano… L’Italia: il ricordo diventa certamente più vivido richiamando il termine – spread – che maggiormente ha connotato quella delicatissima fase. Siamo dunque nel mezzo di una condizione sfavorevole per il breve periodo eppure, allo stesso modo di quanto già indicato commentando il Comparto Reddito, la prospettiva è oggi più rosea rispetto a qualche mese fa, poiché i ribassi attuali racchiudono già il maggior rendimento futuro. Ricordiamo infine la presenza della “garanzia”, che assicura ai lavoratori una robusta protezione sui versamenti effettuati nel corso della carriera lavorativa.