Skip to content

Attenzione! Su Facebook qualcuno sta cercando di spacciarsi per Solidarietà Veneto. Non ci cascare. Noi non ti chiediamo il collegamento, non ti mandiamo messaggi privati per chiederti dati personali o proporti "strani" affari. Se ricevi una richiesta di collegamento segnala il profilo a Facebook e bloccalo.

Per tutti i dettagli

Avviso! Oggi, 11 MAGGIO 2023, l’AREA ISCRITTI e l’AREA AZIENDE potrebbero registrare dei rallentamenti per interventi di manutenzione straordinaria. Dalle ore 15.00 il servizio riprenderà il corretto funzionamento..

Per tutti i dettagli
Previdenza

Censis: cresce la domanda di welfare

Facebook
Twitter
LinkedIn

A seguito delle recenti dinamiche demografiche, e il conseguente allungamento della vita media, nel nostro Paese si rileva una richiesta costante e crescente di servizi legati al benessere della persona.

Tali servizi riguardano principalmente:

  • la sanità,
  • l’assistenza,
  • la previdenza.

In tutti e tre i campi, il Censis rileva una contrazione della copertura garantita dal sistema pubblico, con impatti sulla vita dei cittadini e sulle loro aspettative.

La ricerca ha infatti evidenziato molti dati, sui quali è opportuno avviare una profonda riflessione sia da parte dei singoli lavoratori, che da parte degli attori che sono chiamati ad erogare questi servizi.

Il lavoratore è chiamato ad attivarsi, dove possibile, per porre rimedio ad eventuali scoperture attraverso un’attenta valutazione dei propri obiettivi e pianificando il percorso migliore per raggiungerli.

I soggetti che erogano questi servizi, come ad esempio i fondi pensione, dovranno necessariamente affiancare il lavoratore in questo processo di pianificazione e fornire prestazioni sempre in linea con le nuove necessità (come, ad esempio, le prestazioni accessorie).

La sanità



Nel campo della sanità, i dati sono chiari: il Censis stima che, nel 2030, saranno più di 4 milioni le persone in cattivo stato di salute. E i portatori di almeno due patologie croniche saranno più di 20 milioni.

Al contempo, tra il 2007 e il 2014, la spesa sanitaria pubblica è però diminuita del 3,4% in termini reali. La spesa sanitaria pubblica italiana è attualmente pari al 6,8% del Pil, un valore più basso di quello di Francia (8,6%), Germania (8,4%) e Regno Unito (7,3%).

La spesa sanitaria privata ammonta invece al 2% del Pil, anche qui con un valore inferiore alla media dei Paesi Ocse (2,4%) e al dato di tutti i Paesi europei più avanzati.

L’assistenza



Dati analoghi si rilevano nel campo dell’assistenza. In Italia, dice il Censis, sono più di 3 milioni le persone che soffrono di difficoltà funzionali gravi e, tra queste, 1,4 milioni sono confinate all’interno della propria abitazione e bisognose di cure diurne e notturne.

Ma, a fronte di una domanda crescente, anche nell’assistenza, la spesa pubblica è in fase calante dal 2010. Così, tra gli italiani, prevale il «fai da te», con il reclutamento diretto delle badanti, vista come alternativa migliore da oltre il 60% degli italiani.

La previdenza



Giungiamo quindi alla previdenza dove «quella complementare è indispensabile, ma pochi lo sanno» scrive il Censis. Oggi, infatti, solo il 24,3% degli italiani ha una conoscenza precisa della propria posizione pensionistica.

Sempre rispetto al sistema dei fondi pensione, l’istituto di ricerca segnala inoltre due criticità:

  • la prima è legata alla crisi economica che ha fatto sì che, nel 2014, 1,5 milioni di iscritti non abbiano versato i contributi;
  • la seconda è relativa alla disomogeneità delle adesioni: il tasso di adesione è del 18% al Sud (sale al 30% al Nord) e del 16% tra i più giovani, con una età inferiore a 35 anni (mentre il dato nazionale si attesta al 25,6%).


Queste dinamiche, ha concluso il Censis, hanno contribuito a diffondere un senso di sfiducia: meno del 20% gli italiani che affermano di trovare nel welfare pubblico una piena risposta ai loro bisogni. E, inoltre, più della metà delle famiglie di livello socio-economico basso è convinta che un eventuale aggravio dei costi per il welfare sarà incompatibile con i loro redditi disponibili.

È giunto il momento di trovare soluzioni concrete per il benessere presente, ma soprattutto futuro. Perché, come diciamo sempre: tutti dovremmo pensare al futuro perché è lì che vivremo il resto della nostra vita.

VUOI DIRE LA TUA? Lascia il tuo commento sulla nostra pagina Facebook

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE
CALCOLO PENSIONE: I NUOVI COEFFICIENTI 2016-2018
2016: AUMENTA L’ETÀ PER ACCEDERE ALLA PENSIONE
BOERI: TRENTENNI A RISCHIO POVERTÀ
COME SARÀ LA PENSIONE DI DOMANI?
PENSIONE: SONO PESSIMISTA, MA NON SO PERCHÉ
PENSIONE INPS: COME FUNZIONA IL SISTEMA CONTRIBUTIVO
PENSIONI, IN ITALIA LA SPESA PIÙ ALTA D’EUROPA
ISTAT: L’ITALIA CONTINUA AD INVECCHIARE
UE: RIFORME PER FORNIRE PRESTAZIONI PENSIONISTICHE ADEGUATE
BOERI: I 5 PUNTI PER RIFORMARE LE PENSIONI

Scopri

Potrebbe interessarti anche…

Maggio: i mercati rifioriscono, ma non c’è rosa senza spine

Il buon andamento dei mercati azionari nel “mese delle rose” favorisce i comparti di Solidarietà Veneto. Buone notizie anche dallo “spread” italiano, che torna ai minimi dal 2021. Il contesto, molto incerto a causa delle tensioni geopolitiche, stimola la riflessione sul corretto posizionamento comparto – profilo di rischio. L’estate è appena iniziata, ma la calura

Pensione anticipata contributiva: da oggi conta anche la previdenza complementare.

Pensione a 70 anni? No, grazie. Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, si apre una nuova possibilità per chi desidera accedere alla pensione in anticipo. Se aderisci a una forma di previdenza complementare potrai utilizzarla per accedere prima alla pensione. In pratica, un passo in più verso la flessibilità pensionistica. Se l’importo

Premio di risultato nel Fondo pensione. Perché conviene?

Hai mai considerato i vantaggi di convertire il Premio di Risultato (PDR) in previdenza complementare? C’era una volta… il Premio di Produzione, che veniva riconosciuto al raggiungimento di determinati obiettivi aziendali. Questa forma di retribuzione – che oggi si chiama Premio di Risultato (PDR) da qualche anno gode di un trattamento fiscale particolarmente vantaggioso. E

Torna in alto