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Come sarà la pensione di domani?

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«È una domanda cruciale, per questo noi abbiamo cercato di dare strumenti aggiuntivi ai contribuenti per potersi dare delle risposte» ha dichiarato Boeri nel suo video messaggio, presentando, in anteprima, la busta arancione “cartacea”.

Nei prossimi giorni tutti i lavoratori che non sono in possesso del PIN rilasciato dall’INPS riceveranno a casa la tanto chiacchierata “busta arancione”.

In Veneto saranno circa 1.100.000 i lavoratori che riceveranno la comunicazione, ma cosa conterrà?

«La busta – risponde Antonio Pone, Direttore INPS Lombardia e presente ai lavori del convegno – conterrà l’estratto conto contributivo e una simulazione di quello che può essere l’assegno pensionistico una volta in pensione sulla base dello scenario base».

«Inoltre vi sarà metà del PIN – ha spiegato Pone – con l’invito alla persona ad accedere al sito per ottenere il PIN completo e personalizzare la simulazione utilizzando il servizio on-line»

Al centro del dibattito, oltre all’operazione trasparenza lanciata dall’INPS, la questione flessibilità.

Giorgio Santini, Senatore e membro della Commissione Bilancio, durante la tavola rotonda, ha dichiarato: «il percorso verso la flessibilità deve tener conto di alcune regole e vincoli di bilancio, ma è necessario studiare ogni tipo di ipotesi che permetta di superare le rigidità della Legge Fornero».

Sostiene sempre il senatore: «il ruolo della previdenza complementare è decisivo. Per accedere al pensionamento in anticipo, il lavoratore dovrà subire una penalizzazione sull’assegno pensionistico; se il lavoratore dispone di un pacchetto aggiuntivo previdenziale derivante dalla fondo pensione, può affrontare questa penalizzazione a cuor leggero».

Flessibilità in uscita: un elemento necessario



È stato lo stesso Boeri, nel suo video messaggio, ad introdurre il tema “flessibilità”: «Credo fermamente nel permettere una flessibilità al momento della scelta di pensionamento».

Il Presidente INPS aggiunge: «non occorre aspettare che il sistema contributivo sia a pieno regime per garantire la flessibilità. È possibile garantirla sin da subito; chi va in pensione prima sfruttando la flessibilità dovrà avere prestazioni più basse».

«È una scelta di equità – conclude Boeri – non dobbiamo lasciare situazioni pesanti alle generazioni future»

Il Presidente del Consiglio Veneto Roberto Ciambetti, intervenuto ad inizio lavori, concorda e rilancia: «È necessaria maggiore flessibilità, da ricercare a livello legislativo, sia rispetto all’accesso alla pensione pubblica, sia nell’ambito dei fondi pensione, garantendo un ampio ventaglio di possibilità nelle prestazioni»

Busta arancione: in Veneto più interesse della media



Un altro tema al centro della discussione è stato, ovviamente, l’iniziativa “la mia pensione”, lanciata il maggio scorso dall’INPS.

«In Veneto – dichiara Antonio Pone – i dati dimostrano che c’è un maggiore interesse rispetto alla media nazionale. Il dato degli accessi, infatti, è pari al 9,89%»

«Gli assicurati del Veneto quindi – prosegue Pone – tendono ad utilizzare il servizio più che in altre aree della nazione»

Giudizio positivo sull’operazione “La mia pensione” anche dal senatore Santini, che sottolinea: «per funzionare ha bisogno dell’iniziativa del singolo» auspicando una sempre maggiore attività che porti a diffondere maggiore cultura previdenziale tra i cittadini.

Previdenza complementare: è la quadratura del cerchio



Durante il confronto, c’è stato spazio anche per guardare al futuro delle pensioni degli italiani e immaginare migliori sinergie tra il sistema pubblico e quello complementare.

Boeri, infatti, ha dichiarato: «sogno di inserire nelle stime della busta arancione anche la previdenza integrativa»

«Lavoreremo insieme ai fondi e alla Covip per trovare le modalità per fornire al singolo un’informazione completa» ha aggiunto il Presidente dell’Istituto di Previdenza.

Dal palco del convegno è partito un messaggio chiaro: la previdenza complementare è «la quadratura del cerchio» (riprendendo le parole del Senatore Santini).

Il fondo pensione, infatti, può permettere al lavoratore di pianificare l’uscita dal mondo del lavoro, di sfruttare l’eventuale flessibilità e di affrontare le penalizzazioni previste con assoluta serenità.

«Avviare la previdenza complementare – riassume Paolo Stefan, Direttore del Fondo – significa comprare oggi il biglietto per la libertà di domani».

Sono molti altri i temi emersi dal confronto; nei prossimi giorni ne affronteremo due in particolare: gli sviluppi della legislazione sulla previdenza complementare e il ruolo dei fondi pensione nell’ambito della crescita del nostro paese.

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