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2021: ANNO RECORD PER SOLIDARIETÀ VENETO

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Lo scorso 28 gennaio Solidarietà Veneto ha presentato alla stampa il primo bilancio dell’anno appena concluso. Crescono iscritti, contributi volontari e patrimonio. Prossimi obiettivi? Incontrare il mondo dell’artigianato e proseguire con il progetto d’investimento in “economia reale”.

120.000 iscritti e un patrimonio che supera quota 1,8 miliardi. Solidarietà Veneto nel 2021 registra uno dei maggiori incrementi in 32 anni di attività: i cittadini che hanno scelto di iscriversi al Fondo regionale crescono infatti del 8,33% rispetto al 2020. Le maggiori contribuzioni (220 milioni), assieme ai buoni rendimenti, avvicinano inoltre il patrimonio alla soglia dei 2 miliardi (1,86 miliardi € al 31/12), un valore raddoppiato in sei anni.

La crescita è trainata fra l’altro anche dalle generazioni più giovani: circa la metà dei nuovi iscritti ha infatti un’età media di poco superiore ai 30 anni, a conferma di una crescente diffusione della cultura previdenziale tra i più giovani. In generale l’andamento è positivo in tutti i territori: spiccano per dimensione totale Treviso e Vicenza, che supera le 20.000 adesioni. Oltre quota 10.000 associati troviamo le province di Padova (grazie ad un vigoroso incremento nel 2021) e Belluno, che presenta il più elevato rapporto fra associati e popolazione. Verona segna invece il più alto tasso di crescita in termini percentuali (+17,66%) rispetto all’anno precedente.

Questa la “fotografia” del presente ma, in prospettiva, si nutrono notevoli aspettative per il mondo dell’artigianato. Sono infatti quasi 50.000 i lavoratori dipendenti che, grazie alla contrattazione territoriale, possono beneficiare del fondo pensione tramite la cosiddetta “adesione contrattuale”, che non prevede il versamento del TFR, ma solo del cosiddetto “contributo contrattuale”.

Insieme alle parti sociali siamo impegnati ad illustrare agli artigiani, in particolare quelli del settore alimentare, chimico e tessile, quali siano i vantaggi che il Fondo territoriale può offrire” conferma il Presidente del Fondo, Domenico Noviello.

“Quest’anno vogliamo riprendere il dialogo senza indugio, soprattutto con i più giovani. La scelta di aderire al Fondo, oltre ai buoni risultati finanziari e ai vantaggi fiscali, è il frutto infatti di una piena consapevolezza sul fatto che le pensioni di “domani” saranno differenti da quelle del passato. Auspichiamo che un’ulteriore spinta alla crescita possa arrivare anche dal tavolo di lavoro tra Governo e Parti Sociali che, in queste settimane, torna sul tema “pensioni”: in agenda un fitto confronto sulle possibili proposte per superare le rigidità della riforma Fornero, ma anche su pensioni di garanzia per i giovani e, naturalmente, sul rilancio della previdenza complementare.

Nell’incontro dello scorso 27 gennaio, tra ministero del lavoro e sindacati, le prime aperture sull’ipotesi di un nuovo semestre di “silenzio-assenso”, anticipato da una campagna informativa istituzionale che consenta di favorire la libera adesione dei lavoratori alla previdenza integrativa, a partire dai lavoratori nelle piccole imprese e dai giovani.

 “L’idea di un nuovo silenzio/assenso ci trova naturalmente favorevoli – afferma il Vicepresidente Franco Lorenzon purché si riesca ad interpretarla come un’imperdibile occasione per informare, in particolar modo i più giovani, sulle possibilità a loro disposizione, nella logica di una scelta consapevole e responsabile. In tal senso ci troviamo allineati alle proposte delle parti sociali. Formazione e informazione sono al centro dell’agenda di Solidarietà Veneto, in coerenza con i principi che da sempre ci guidano: vicinanza, trasparenza, territorialità, multicategorialità. Su questo siamo impegnati quotidianamente, incontrando operatori sindacali, RSU, il personale impegnato nella gestione delle risorse umane in azienda e anche i giovani apprendisti. Se sarà “silenzio – assenso” il nostro impegno dovrà essere ancor maggiore.”

RENDIMENTI E PROSPETTIVE FINANZIARIE

L’andamento finanziario dell’anno appena concluso inviterebbe al “brindisi”: il fondo regionale chiude infatti con rendimenti pari o superiori alle aspettative su tutti i comparti, con il “Dinamico” che sfiora la “doppia cifra”.

“La previdenza non si misura nel breve termine; per questo la nostra soddisfazione è maggiore osservando l’andamento nell’ultimo triennio, anche in ragione delle difficoltà che ci si è trovati ad affrontare nella primavera del 2020, a causa della pandemia. Le performance del 2021 replicano, come ordine di grandezza, quelle del 2020 e del 2019, così che, nell’ultimo triennio, i rendimenti medi annui netti vedono il “Prudente” superare quota 3,50% netto annuo, il Reddito alla soglia del 5% ed il Dinamico addirittura oltre il 10%” anticipa il direttore Paolo Stefan.

E per il prossimo anno? Terminato il triennio di vigenza 2018-21, Solidarietà Veneto ha appena approvato il nuovo “Documento sulla politica di investimento” (DPI) per il triennio 2022-24. Le analisi effettuate presentano l’immagine di uno scenario più ostile che in passato: da una parte la componente obbligazionaria potrebbe essere influenzata – causa l’inflazione – dalle aspettative sul rialzo dei tassi, dall’altra permangono incognite sui mercati azionari, con i prezzi che, nel 2021, hanno ritoccato più volte i massimi, raggiungendo livelli storicamente elevati anche in rapporto ai dividendi. Prospettive non rosee, specie per le forme di risparmio dedicate al breve termine, ma non per i fondi pensione.

“I fondi pensione, lo sottolineo, misurano la loro efficacia nel lungo periodo. A fronte di un orizzonte temporale consistente, un fondo pensione che disponga di una dimensione patrimoniale rilevante può esprimere un notevole potenziale anzitutto dal lato dei costi di gestione, che vengono fortemente compressi, ma ancor più in termini di diversificazione e dunque di riduzione del rischio. Diversificazione dei partner dedicati alla gestione delle risorse e diversificazione delle asset class, soprattutto attraverso l’estensione degli investimenti nell’economia realeconclude Stefan.

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