Alla fine dell’anno scorso la Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) ha autorizzato l’allargamento della platea dei potenziali aderenti di Solidarietà Veneto, già fondo pensione più diffuso in regione, a tutti i lavoratori autonomi con partita iva e ai pensionati “di anzianità”.
Una novità interessante, in quanto le due fattispecie sono scarsamente rappresentate nell’ambito della previdenza complementare di natura contrattuale poiché, salvo qualche eccezione nel lavoro autonomo, possono tipicamente accedere, per il loro risparmio previdenziale, solo agli strumenti di natura “privata”, promossi da banche o assicurazioni (PIP), con un conseguente impatto sul piano dei costi.
UN’OPZIONE CHE PUNTA AL TAGLIO DEI COSTI
I costi: elemento di primaria importanza, da tenere sotto attenta osservazione, tanto che la Covip mette a disposizione, sul proprio sito internet, un comparatore finalizzato a confrontare gli ISC (Indicatori sintetici di costo) che tutti i fondi pensione (contrattuali, aperti e PIP) devono evidenziare nei loro documenti ufficiali (Note informative).
Gli effetti di un maggiore costo possono incidere notevolmente sull’importo finale della prestazione: a parità di rendimenti, un ISC del 1,83% (ISC medio PIP) invece che dello 0,31% (ISC medio Solidarietà Veneto per gli autonomi) riduce del 35% il capitale accumulato in 35 anni di versamento: ad esempio da 175 mila a 128 mila euro (una differenza di oltre 35.000 euro).
L’impatto è proporzionale alla durata dell’investimento, per cui va presidiato con maggiore attenzione da chi si trova a programmare un investimento previdenziale a lungo termine: pensiamo dunque, in questo contesto, soprattutto alle giovani partite IVA.
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