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Familiari a carico: intervista a Matteo e Alice, iscritti da giovanissimi e poi “approdati” nel mondo del lavoro. La loro storia.

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Con Alice, 29 anni, della provincia di Rovigo e Matteo, classe 2003, di Scorzè (Venezia) si chiude il ciclo di approfondimento dedicato all’iscrizione al fondo pensione dei familiari fiscalmente a carico. Siamo alla fine della loro storia come “soggetti a carico” ma, in realtà, all’inizio del loro personale percorso previdenziale.

Ci siamo fatti raccontare la loro storia: da quando, da ragazzi, sono stati iscritti a Solidarietà Veneto fino al recente inizio della loro carriera lavorativa. L’iscrizione “preventiva” al fondo pensione è stato utile? Qual è stata la loro esperienza?

Matteo, Alice, chi vi ha iscritto a Solidarietà Veneto e quando avete scoperto di avere un fondo pensione a vostro nome?

  • MATTEO: Mi ha iscritto papà quando avevo 8 anni. In azienda, numerosi colleghi sono iscritti a Solidarietà Veneto e, grazie al passaparola, ha saputo della possibilità di iscrivere al fondo pensione anche i figli. Io ovviamente non lo sapevo ancora; l’ho scoperto l’anno scorso, il giorno in cui l’azienda mi ha consegnato la documentazione per l’assunzione: mio padre mi ha allora aiutato a compilare la modulistica dicendomi di essere già iscritto a Solidarietà Veneto.
  • ALICE: Sono stata iscritta alla fine delle scuole superiori, stavo iniziando il mio percorso di studio all’Università di Padova. Dopo uno stage e alcuni lavori di breve durata, nel 2021 sono stata assunta nella mia attuale azienda, “dismettendo” i panni di iscritta soggetto a carico. Ho iniziato a destinare il TFR al fondo pensione, ottenendo, con il mio versamento volontario, anche il contributo dell’azienda.

Quando avete iniziato a lavorare, è stato per voi utile avere già un fondo pensione? Siete soddisfatti di essere iscritti a Solidarietà Veneto?

  • MATTEO: Per quanto riguarda il risparmio di tempo nella compilazione delle “scartoffie”, di certo! Ma, a parte gli scherzi, allo stato non ho ancora tutti gli strumenti utili per un giudizio complessivo. Sicuramente, iniziare il primo lavoro, a 20 anni, avendo alle spalle già 11 anni di anzianità al fondo pensione è un’opportunità da cogliere: mi consente di poter chiedere immediatamente anticipazioni sulle somme depositate, senza dover aspettare altri anni. Tra un po’ di tempo, potrei voler acquistare la prima casa: ecco che po’ di risparmio, per far fronte alle spese, lo posso trovare qui.
  • ALICE: La scelta dei miei genitori di iscrivermi al fondo è stata sicuramente utile: oggi, il mondo del lavoro è difficile, spesso discontinuo. Ho la possibilità di costruire un percorso di risparmio avendo, dall’altro lato, la sicurezza che se al lavoro le cose non dovessero andare bene – e, per esempio, mi licenzio – posso ritirare il TFR anche prima della pensione. Certo, così rinuncerei ad una parte del vantaggio fiscale finale ma avrò la piena libertà di scelta.

Un giorno, quando sarete genitori, pensate che potreste fare la stessa scelta dei vostri genitori ed iscrivere i vostri figli al fondo pensione, anche da giovanissimi?

MATTEO: Se in futuro dovessi diventare genitore, molto probabilmente iscriverei i miei figli ad un fondo pensione: le incognite di oggi, ci saranno anche in futuro. Vorrei garantire loro una maggiore stabilità pensionistica e più sicurezza sui loro risparmi.

ALICE: Penso di si. Le buone tradizioni si mantengono, giusto?

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