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Signori, si cambia! (Tappa 3/3)

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L’ultima, decisiva, tappa è quella che riguarda le riflessioni sulla strategia di investimento operata dal Fondo.

In estrema sintesi, ci si è chiesti: l’attuale struttura dei comparti, consente di raggiungere i risultati finanziari necessari per centrare l’obiettivo finale? Una riflessione che diventa ancora più importante perché inserita nel contesto complicato di cui abbiamo parlato a più riprese (tassi bassi e della volatilità).

L’analisi, eseguita con il supporto di advisor esterni e altamente professionali, ha portato a due conclusioni principali: la modifica dell’assetto del comparto Prudente e la ridefinizione degli orizzonti temporali di permanenza nei singoli comparti.

Ecco come sono cambiati.

Il Comparto Prudente



Nei comparti Garantito TFR, Reddito e Dinamico la composizione degli investimenti è risultata coerente, anche rispetto al nuovo scenario.

Riguardo al Comparto Prudente è stato invece necessario variare la distribuzione “debito – capitale” (obbligazioni – azioni). Dall’attuale 90% obbligazioni e 10% azioni, si è giunti a configurare un assetto rinnovato: 85% obbligazionario, 15% azionario.

Nell’introdurre questa modifica, non è stata variata la connotazione “socialmente responsabile” della quota azionaria, elemento che il CdA ha ritenuto assolutamente decisivo nell’assetto della politica di investimento del Fondo.

È inoltre stata indetta una gara per la selezione di un gestore del Comparto, che andrà a sostituire Groupama AM (convenzione in scadenza a fine aprile) affiancando UnipolSai.

NOTA: il nuovo assetto prenderà avvio da maggio 2016. Fino al 20/05/16 è data facoltà agli iscritti al Comparto Prudente di modificare il posizionamento a prescindere dal periodo minimo di permanenza nel Comparto (un anno). Maggiori dettagli a tal riguardo sono disponibili nella Nota informativa.

Gli orizzonti temporali



In ottica di maggiore coerenza e di trasparenza di informazione, nella stesura del nuovo Documento sulla politica di investimento (DPI), sono stati ridefiniti i periodi di permanenza (nella tabella che segue, si veda la colonna evidenziata in verde “anni alla pensione”).


Si tratta dell’indicazione principale a cui l’aderente potrà far riferimento per impostare il proprio percorso di investimento, modulando il rischio ad esso connesso.

Un percorso che, se seguito con coerenza, ci si aspetta possa favorire il raggiungimento del rendimento obiettivo, funzionale a realizzare la copertura previdenziale, ovvero quel “tasso di sostituzione” tale da permettere il mantenimento di un adeguato benessere anche dopo il pensionamento.

Vediamo quindi il modello 2016 – 2018:


Una sottolineatura: l’adozione del percorso illustrato non dovrà naturalmente essere meccanicistica, ma flessibile e ragionata. Meglio ancora se affiancata da un confronto con il Fondo, come di norma accade.

Si suggerisce agli aderenti il cui posizionamento non risulti allineato con quello proposto, in particolare qualora ci si trovi in un comparto caratterizzato da un livello di rischio maggiore, di approfondire la situazione contattando il Fondo.

Dopo questa necessaria premessa sull’assetto finanziario del Fondo nel triennio 2016-2018, riprenderemo al solito, nei prossimi giorni la stesura degli usuali commenti sui risultati finanziari di ogni singolo mese, auspicando che possano essere utili per una lettura ragionata degli eventi che impattano sulla previdenza complementare.

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