È diffusa l’abitudine a connotare in modo negativo la pensione da “contributivo”, rimpiangendo al contempo il più generoso “retributivo”. È tutto da buttare? Noi crediamo di no.
Nella prima tappa del nostro percorso, abbiamo analizzato lo scenario previdenziale italiano attuale (effetti della Riforma Fornero) e la sua potenziale evoluzione (flessibilità in uscita).
Ora la domanda è: quale obiettivo per il fondo pensione? Una domanda che pare banale, ma non lo è.
Il “contributivo”, affiancato da un moderno sistema di previdenza complementare e da una legislazione che introducesse flessibilità in uscita, potrebbe a nostro parere offrire equilibrio nei conti e maggiore libertà per i cittadini.
L’attuale risposta di Solidarietà Veneto
Alla luce di queste riflessioni, è stata analizzata l’attuale platea degli iscritti al Fondo, per valutare se l’attuale assetto della gestione sia in grado di fornire una risposta efficace alle esigenze appena evidenziate, permettendo così di raggiungere l’obiettivo individuato nella prima tappa: 80% dell’ultimo stipendio tra pensione pubblica e complementare.
Buone notizie su questo fronte. Senza entrare troppo nel dettaglio, possiamo dire che, conti alla mano, ad oggi, per la gran parte i lavoratori iscritti al fondo pensione territoriale veneto è possibile centrare l’obiettivo senza dover eccedere nelle contribuzioni e tantomeno senza dover chiedere alla gestione finanziaria una eccessiva aggressività.
Volendo sintetizzare, l’analisi ha confermato un dato: il lavoratore che avvia per tempo il proprio percorso previdenziale, contribuisce secondo quanto previsto dal contratto di lavoro e segue lo schema di investimento standard proposto dal Fondo, ha una significativa probabilità di raggiungere il tasso di sostituzione ritenuto soddisfacente.
I numeri forniti dall’analisi restituiscono forza ad un messaggio: la pianificazione iniziale evita il sacrificio di dover versare molto o di dover rischiare più del necessario.
Un messaggio che dovrebbe essere peraltro trasmesso in modo chiaro ai più giovani fin dalle scuole, con l’educazione finanziaria e previdenziale.
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