In occasione del “Mese dell’educazione finanziaria 2023”, Solidarietà Veneto integra il suo “Glossario della Finanza”. La parola di oggi è “Rendita”: cosa si intende precisamente?
Il mese dell’educazione finanziaria è un’occasione preziosa per acquisire conoscenze finanziarie e abilità nella gestione del proprio risparmio. Questo evento, celebrato in tutto il mondo ogni ottobre, promuove l’educazione finanziaria, fornendo risorse e strumenti per migliorare la consapevolezza del cittadino sui temi finanziari, assicurativi e previdenziali.
In questo articolo, esploreremo il significato del termine “rendita”. Un vocabolo al quale, in senso ampio, vengono attribuiti svariati significati: alcuni appropriati, altri gergali. Internet, ad esempio, non perde occasione per proporci metodi – talvolta anche un po’ “esotici” – per accumulare danaro e vivere senza lavorare; vivere, insomma, “di rendita”. Più in generale possiamo associare il termine “rendita” ad un’entrata continuativa, normalmente derivante da un accumulo di denaro. Pensiamo in particolare alle rendite da terreni, da beni immobiliari (affitti) e così via.
Il paragone con la previdenza complementare, strumento di accumulo di risparmio a lungo termine viene quindi facile. Ciascun iscritto al Fondo Pensione, avviando un percorso di risparmio, maturerà un capitale che un giorno potrà trasformare in “rendita”: egli avrà così diritto al pagamento della sua pensione complementare che, rata dopo rata, gli sarà erogata vita natural durante.
La rendita sarà erogata, secondo la rateizzazione prescelta dal risparmiatore, dalla Compagnia di Assicurazione (impresa autorizzata all’erogazione di tale prestazione) che il Fondo avrà selezionato mediante bando di gara e a cui sarà attribuita la gestione dei “premi”, ossia dei montanti maturati dai richiedenti rendita. L’importo da liquidare sotto forma di rendita si otterrà moltiplicando tale montante per il coefficiente di conversione del richiedente. La rendita che ne deriva potrebbe nel tempo accrescersi per effetto della rivalutazione annuale legata al rendimento finanziario della “Gestione Separata”, ossia del “contenitore” attraverso il quale la compagnia investe i premi.
Coefficiente di conversione: da che cosa dipende?
Partiamo da un esempio: se al momento del pensionamento, ho accumulato 100.000 €, con un coefficiente del 5% ottengo una rendita annua di 5.000 €. Più elevato è il coefficiente, più corposa sarà quindi la mia rata di rendita. Ma da cosa dipende il coefficiente? Vediamolo assieme.
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Speranza di vita del richiedente
Il coefficiente di conversione dipende anzitutto dalla speranza di vita e, per determinare l’ammontare della rendita, le compagnie di assicurazione utilizzano i coefficienti definiti dalle tavole demografiche di sopravvivenza, che sintetizzano numericamente la probabilità di essere in vita ad una certa età.
Per esempio, la tavola “IPS55” deriva dalle statistiche sulla speranza di vita calcolate da un campione/popolazione nato nel 1955. A tal riguardo, ricordiamo che in Italia un adulto che ha raggiunto i 60 anni può aspettarsi di vivere mediamente altri 20 circa.
Il meccanismo adottato diventa facilmente intuibile ricorrendo ad una metafora… culinaria. Se immaginiamo che il montante finale maturato dal risparmiatore sia una “torta”, possiamo raffigurare come “fette” (rate annue di pensione), gli anni di aspettativa di vita al pensionamento. Ritornando all’esempio: dire che il coefficiente è pari al 5% è come dire che l’aspettativa di vita è pari a 20… “fette” (€ 100.000 : 20= 5.000 €). Si capisce subito che se la rendita verrà attiva in età avanzata (con un’aspettativa di vita inferiore), potremo mediamente “mangiarci” meno fette di torta, per cui queste saranno più generose. All’opposto, se si è più giovani (aspettativa di vita superiore), a parità di “torta”, si dovranno fare più fette, inevitabilmente più “sottili”.
I lavoratori che accedono alla pensione “anticipata” INPS attorno ai 60 anni potrebbero dunque non gradire lo “spessore” di una rendita da pensione complementare condizionata dalla più elevata speranza di vita. Che fare?
In Italia, l’iscritto al fondo pensione non è vincolato a richiedere la rendita in contemporanea all’attivazione della pensione INPS. Egli, se lo reputerà opportuno, potrà rimandare la richiesta, beneficiando di coefficienti di conversione più convenienti, ma anche di una fiscalità potenzialmente più vantaggiosa (ricordiamo che l’aliquota di tassazione finale decresce all’aumentare degli anni di iscrizione al fondo). L’iscritto potrebbe inoltre effettuare ulteriori versamenti volontari, che continuerebbero a beneficiare della deducibilità fiscale.
• Tasso Tecnico
Un altro elemento che incide sulla “dimensione” del coefficiente, e dunque sulla misura della rendita, è il “tasso tecnico”. Si tratta del tasso d’interesse minimo garantito del quale l’iscritto, attivando la rendita, andrà a fruire in via anticipata, fin dalla prima rata erogata. La Compagnia Assicurativa calcolerà infatti i rendimenti futuri proiettando il suddetto tasso d’interesse fino al compimento della speranza di vita media ed anticiperà il risultato fin dalla prima rata.
Più alto è il tasso tecnico adottato e più alto sarà l’importo riconosciuto all’aderente. Di contro, rispetto ad una rendita “tradizionale”, la crescita annuale della rata sarà tendenzialmente più lenta, poiché il rendimento della Gestione Separata potrebbe essere già stato anticipato (in tutto o in parte) sin dalla prima erogazione.
• Periodicità del pagamento
A parità di condizioni, l’aderente che scelga la cadenza annuale riceverà un importo tendenzialmente superiore rispetto alla somma dei pagamenti mensili erogati ad un ipotetico “gemello” che abbia attivato tale rateazione. Questa differenza è dovuta alla prestazione “aggiuntiva” di cui la Compagnia di Assicurazione si fa carico nell’erogazione infra-annuale.
• Tipo di rendita
I fondi pensione possono prevedere rendite con caratteristiche diverse, che si adattano alle esigenze/preferenze degli associati, i quali possono, ad esempio, optare per forme di rendita supportate da protezioni aggiuntive (es. long term care o controassicurata) che non si ritrovano nell’essenzialità delle meno costose “rendite semplici”:
- Long Term Care (LTC): è previsto il raddoppio della rata in caso di perdita dell’autosufficienza.
ADATTO A CHI… vuole tutelarsi dal rischio di non disporre di un reddito adeguato nel caso non fosse più in grado di far fronte, autonomamente, ai bisogni essenziali
- Controassicurata: in caso di decesso del beneficiario prevede la restituzione ai beneficiari designati dell’eventuale differenza (se positiva) fra il capitale destinato a rendita e le rate già corrisposte.
ADATTO A CHI… in caso di decesso prematuro, vuole attribuire il capitale non ancora erogato ad eredi o beneficiari, giungendo al totale “rientro” del capitale destinato a rendita.
- Reversibile: erogata finché l’aderente è in vita e, in seguito, al beneficiario designato (reversionario). La rendita si estingue con il decesso del reversionario.
ADATTO A CHI… in caso di premorienza, intende garantire una rendita vitalizia ad un particolare beneficiario. Si pensi, ad esempio all’iscritto che intende garantire al coniuge un adeguato sostegno al reddito, anche dopo il decesso.
- Certa 5/10 anni: corrisposta, per 5 o 10 anni, a prescindere dall’esistenza in vita dell’aderente.
ADATTO A CHI… in caso di premorienza, vuole tutelare un particolare beneficiario prolungando l’erogazione di una prestazione per un periodo di tempo definito a priori. L’iscritto potrebbe, ad esempio, desiderare di garantire ad un figlio la possibilità di terminare gli studi, anche nel caso in cui il capofamiglia dovesse venire a mancare negli anni immediatamente successivi all’avvio della rendita.
- Semplice. Corrisposta finché l’aderente rimane in vita. L’erogazione termina con la morte.
ADATTO A CHI: intende beneficiare di un importo più elevato rispetto alle altre forme di rendita attualmente previste e/o non intende attribuire benefici a terzi o a eredi.
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