Il nuovo anno finanziario si apre con un deciso rimbalzo dei mercati finanziari. Bene le azioni e così pure le obbligazioni, tanto che tutti i comparti di Solidarietà Veneto realizzano positive performance. Il buon avvio ci aiuta a voltare pagina, dopo l’anno della “tempesta perfetta”.
Il 2023 finanziario esordisce all’insegna dell’euforia, con gli operatori desiderosi di lasciarsi alle spalle le delusioni dell’anno passato. Tre settimane di rialzi sia sui mercati azionari che obbligazionari hanno determinato il positivo andamento dei valori quota per tutti i comparti del Fondo. Già il mese scorso sottolineavamo tuttavia la persistenza di un ambiente finanziario instabile, contraddistinto dalla permanenza di quelle incognite che, per tutto 2022, hanno alimentato il “cattivo umore” dei mercati.
Negli ultimi giorni di gennaio il quadro, in effetti, si è incupito e l’ottimismo generalizzato è andato affievolendosi. Paradossalmente a preoccupare di più sono state… le buone notizie! No, non siamo impazziti: di fronte al rischio recessione, si ipotizzava che FED e BCE potessero rallentare la corsa al rialzo dei tassi che prese avvio poco meno di un anno fa e che tanto ha impattato sui mercati azionari e, ancor più, obbligazionari, nell’anno passato. Sappiamo infatti che i tassi alti rendono più complicato l’accesso al credito, con una maggiore difficoltà per aziende e famiglie. Abbiamo tante volte detto dell’equilibrismo a cui sono chiamate in questa fase le Banche Centrali, sospese fra la necessità di contenere l’inflazione, senza eccedere nelle restrizioni per non penalizzare troppo il ciclo economico.
A quanto pare, nonostante la “cura da cavallo” che ci è stata somministrata, l’economia, soprattutto negli USA, continua a marciare a ritmo sostenuto, senza impatti rilevanti sull’occupazione ed il rischio che i prezzi continuino a salire. Va sottolineato che l’inflazione, nonostante la frenata di fine 2022, rimane ancora a livelli record, i più elevati degli ultimi quarant’anni. Livelli che, se dovessero persistere, determinerebbero conseguenze pesanti sui redditi ed il risparmio dei cittadini.
Mentre scriviamo queste righe, osserviamo dinamiche opposte rispetto a quelle di gennaio. Insomma, come era lecito ipotizzare, la via d’uscita dai tempestosi mari nei quali la finanza sta navigando da mesi, aldilà del passo in avanti di gennaio, non avrà un andamento lineare. Parole come incertezza e volatilità rimarranno quindi ancora a lungo nel nostro lessico quotidiano.
Il risparmiatore maggiormente orientato alla cautela, e quindi all’utilizzo di strumenti a prevalenza obbligazionaria, può oggi contare su di un rendimento dei titoli di debito maggiore rispetto a qualche anno fa. E’ una buona notizia, ma vanno comunque tenuti in considerazione i rischi legati ad ulteriori azioni restrittive delle banche centrali.
Difficile, in parallelo, credere alla prospettiva di futuri “turborialzi” nell’ambito dei mercati azionari che, diversamente dagli anni passati, non possono più contare sulla “sovra-alimentazione” offerta dalle politiche espansive: l’auspicio è che, in un’ottica prospettica di maggiore razionalità anche nel rapporto fra rischi e remunerazione (del debito), maturi pure una più elevata coerenza fra andamento dei mercati azionari ed economia reale. Sottolineando, in questo senso, il peso crescente che, nella valutazione delle diverse asset class, avranno le tematiche ESG, soprattutto in una situazione nella quale gli impatti dell’attività economica sull’ambiente terrestre rischiano di compromettere quel benessere che siamo abituati a considerare “normalità”.
In questo quadro, parimenti a quanto osservavamo un anno fa, l’occhio del risparmiatore previdenziale si scosta dalle euforie di breve periodo, puntando lo sguardo al lungo termine. Mettiamo quindi “in cascina” il buon risultato di avvio d’anno, ma senza attribuirvi enfasi eccessiva.
Il terreno di gioco ove operano i fondi pensione è infatti temporalmente ben più esteso e, in questo contesto, le stesse variabili ad oggi sotto osservazione (inflazione, atteggiamento delle banche centrali) potrebbero lasciare spazio ad altre di più maggiore portata (demografia, ambiente, ecc.). Ed è proprio in questo ambito che, con prudenza e lungimiranza, anche i Fondi pensione sono chiamati a costruire la loro strategia.
Rendimenti netti Gennaio 2023
DINAMICO
Il Dinamico a gennaio mette a segno un ottimo +3,25% (benchmark +3,39%) che trae beneficio dal complessivo esuberante andamento dei mercati azionari ed obbligazionari. Il risultato contribuisce a consolidare il rendimento storico del comparto (+58% nel decennio) che raccoglie la preferenza di circa un terzo degli associati al Fondo. Sono i più giovani (oltre 4.000 nel 2022) i cittadini che hanno scelto, magari attraverso il Percorso Previdenziale Ideale (PPI), un comparto nel quale la volatilità non è un nemico dal quale proteggersi, ma un alleato che – nel lungo periodo -può favorire una più efficace capitalizzazione.
REDDITO
Il buon andamento dei mercati favorisce anche il comparto “centrale” di Solidarietà Veneto che, a gennaio, registra un buon +2,13% (benchmark +2,44%). Nell’ambito del comparto spicca, nel mese, il buon risultato del mandato obbligazionario “a focus geografico” che trae beneficio dalla ripresa dei mercati obbligazionari e recupera parte del ritardo accumulato nel 2022. Il comparto, che nel decennio mette a segno una performance netta del 26%, registra l’apprezzamento del 36% degli associati al fondo pensione regionale, con un’età media di circa 49 anni e dunque mediamente distanti più di un decennio del prelievo finale.
PRUDENTE
Il Prudente, la cui asset allocation nel 2022 – nell’andamento estremamente avverso – è risultata più protettiva rispetto ad altri strumenti, registra a gennaio un buon +1,78% (benchmark +2,03%). Il comparto, nella performance di medio periodo, paga la modesta remuneratività degli anni passati quando, a causa dei tassi bassi, il rendimento della componente obbligazionaria era inferiore rispetto alla situazione attuale. I rialzi dei tassi del 2022 hanno tuttavia mutato radicalmente lo scenario, riportando indietro le lancette dell’orologio e ripristinando la redditività prospettica che il Prudente poteva offrire, indicativamente, più di dieci anni fa. Cresce di conseguenza l’attenzione dedicata a questo comparto, specialmente da parte di quegli iscritti che non sono ancora arrivati in prossimità della pensione (meno di dieci anni al traguardo finale).
GARANTITO TFR
Anche il Garantito TFR, a gennaio, registra un risultato positivo (+1,43%) che trova spiegazione soprattutto nella buona performance dei mercati obbligazionari. Come già indicato per il Prudente, dopo il difficilissimo periodo dei tassi bassi (che già costrinse nel 2020 il gestore assicurativo ad integrare i modesti rendimenti offerti dai titoli obbligazionari), con il 2022 è iniziata una “nuova vita” per questo comparto. Il rialzo dei tassi che, come sappiamo, ha inciso pesantemente sulla performance lo scorso anno, consente oggi all’iscritto che cerca la protezione del capitale nella fase finale del proprio percorso di investimento, di poter contare su rendimenti annui decisamente maggiori a quelli del passato e mediamente superiori al 3%. Si tratta di un’indicazione prospetticamente importate: per gli attuali iscritti del comparto ciò consente infatti di proiettarsi in chiave costruttiva nel progetto di investimento per i prossimi anni. Per gli associati che invece sono posizionati sugli altri comparti, il potenziale protettivo del Garantito TFR appare oggi certamente più attraente rispetto a due anni fa.