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Gestione Finanziaria

Rendimenti di agosto 2022. Termina il “Sogno di una notte di mezza estate”. 

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Un mese fa, cercando di “raffreddare gli animi” di fronte agli straordinari rialzi di luglio, sottolineavamo che l’economia globale, infilatasi da inizio anno in un diabolico labirinto, sembrava ancora lontana dal trovare il “filo di Arianna”. Ad agosto si ritorna con i piedi per terra. 

Non vi è pace per l’investitore in questo tormentato 2022, che si sta confermando sempre più come “annus horribilis” della finanza (ma forse non solo) e che di certo ricorderemo a lungo. Ad agosto, dopo un mese di forti rialzi, i mercati tornano a scendere. Non cambiano le motivazioni: il conflitto in Ucraina continua a protrarsi e, assieme al numero delle vittime, sale purtroppo anche il rischio che il conflitto si indurisca ulteriormente. Ritorna l’attenzione, a tal riguardo, addirittura la spettrale prospettiva della escalation nucleare. 

La guerra è il “detonatore” che ha fatto deflagrare la speculazione sui mercati delle materie prime, di cui la Russia è primario fornitore; l’“esplosivo”, tuttavia, va forse ricercato altrove, magari nella crescente fame di energia (spesso da fonti fossili) da parte del sistema economico globale. Questo ci fa riflettere sulla sostenibilità del processo di crescita globale, tema che come Solidarietà Veneto ci è particolarmente caro. 

Il rialzo dei prezzi delle materie prime si sta gradualmente riverberando sui sistemi economici. In Italia si prospettano livelli di inflazione che non si vedevano da anni. Medesima situazione altrove, specie negli USA e in Germania. Ecco allora le banche centrali impegnate a contenere tale dinamica: la “cura da cavallo” prescritta, sono le politiche restrittive. Se la valutazione dell’efficacia spetterà ai posteri, gli effetti collaterali sono invece già evidenti: il rialzo dei tassi raffredda l’economia, col rischio di innescare un ciclo economico negativo (recessione). Di fronte a questa prospettiva soffrono naturalmente i mercati azionari, ma scendono pure i prezzi delle emissioni obbligazionarie. 

In Italia, tutto ciò giunge nei giorni delle elezioni: non rileviamo da questo punto di vista una particolare tensione aggiuntiva sui mercati; beneficiamo tutto sommato della protezione data dalla BCE che continua ad acquistare abbondanti porzioni dei nostri titoli di stato, sorreggendone il valore (…e mantenendo basso lo “spread”). Certo è che la prospettiva dell’Italia del debito pubblico, della demografia asfittica, dalla politica instabile e della dipendenza energetica non ci fa stare del tutto tranquilli. Servirebbe forse uno sforzo straordinario, magari da abbinare alla propulsione che potrebbe giungere dal piano NextGenerationUE (…leggasi PNRR) al quale potrebbero essere chiamati gli stessi fondi pensione, con gli investimenti in economia reale 

La complicata congiuntura, che ci prospetta un quadro di stagflazione, chiama naturalmente all’appello i nostri “policy maker”. Crediamo quindi che su questi temi, e probabilmente anche su quello delle pensioni (pubbliche e complementari), il nuovo Governo sarà chiamato in causa fin dai prossimi mesi. 

In mezzo a questo scenario da “tempesta perfetta è importante essere razionali, cercando di individuare un “metodo”, senza inseguire le previsioni del “quando finirà?”. Focalizziamoci dunque sull’analisi della situazione e proviamo a pianificare: individuando chiaramente l’obiettivo del nostro investimento, potremmo così posizionarci nel comparto più adatto dal punto di vista del rischio. E, riguardo all’emotività, condividiamo ancora una volta le parole di Warren Buffet (uno che, sugli investimenti, la sa lunga): 

I mercati finanziari sono un formidabile strumento per trasferire ricchezza dagli impazienti ai pazienti,

sottolineando che in ogni momento di crisi, si creano le condizioni per una più efficace ricostruzione.  

 

Lo comprendiamo osservando sia i mercati azionari che quelli obbligazionari che quest’oggi sono molto meno “cari” rispetto ad un anno fa. Non ci è dato sapere quando andremo a toccare i “minimi” ma, tutto sommato, se la nostra strategia è improntata al lungo periodo, tutto ciò interessa relativamente.  

Tenendo piuttosto in considerazione il fatto che il Fondo è a disposizione di ciascun associato per condividere un piano di investimento adeguato agli obiettivi, andiamo a commentare i risultati dei comparti al 31/08/2022. 

Rendimenti netti Agosto 2022

DINAMICO

Il -2,63% registrato ad agosto dal Comparto dedicato ai più giovani, consuma parte del brillante +5% messo a segno nel mese precedente. Come indicato in premessa, il risultato netto da inizio anno (-8,86%; benchmark -8,21%) sconta da un lato i ribassi dei mercati ma, ancor di più, il concretizzarsi dello scenario recessivo. L’aspettativa, nel breve periodo, resta quella della volatilità: persistono infatti le cause che hanno innescato, già da inizio anno, le dinamiche ribassiste. Dopo gli exploit finanziari degli anni passati, che ci facevano riflettere sulla sostenibilità degli stessi, si sta quindi realizzando un processo di normalizzazione verso livelli di rendimento medio maggiormente correlati con l’andamento economico generale. A tal riguardo rileviamo come il rendimento del Dinamico nei dieci anni (5,01% medio annuo) risulti particolarmente consistente nonostante le difficolta del 2022. 

REDDITO

Volatilità è la parola chiave anche per il Reddito: dopo il sorprendente +3,52% di luglio, il comparto ad agosto registra infatti un -2,56% che porta la performance da inizio anno a quota -7,76%. Le dinamiche di mercato (ribassi sia per azioni che per le obbligazioni) largamente commentate in premessa, restano molto ardue da contenere, anche se va rilevata la capacità complessiva dei gestori (specialmente con riferimento alla gestione diretta in “economia reale”) di interpretare la difficile situazione e di superare il benchmark di riferimento (-8,17%). Come per il Dinamico, l’andamento del 2022 sta riportando i risultati cumulati negli ultimi anni, all’altezza della media di lungo periodo; il Reddito, in particolare, registra nei dieci anni una performance media annua del 2,61%. 

PRUDENTE

Il rialzo di luglio (+1,99%) viene quasi del tutto assorbito dal risultato registrato dal comparto Prudente in agosto (-1,70%). Il comparto – come il Reddito e, ancor più il Garantito TFR, è penalizzato in questi mesi soprattutto dal rialzo dei tassi messo in atto dalle banche centrali (che fa scendere il valore dei titoli obbligazionari negoziati sul mercato); si tratta tutto sommato dello specchio del beneficio tratto negli anni per effetto dell’opposta dinamica di ribasso dei tassi (politiche espansive delle banche centrali). La performance da inizio anno, seppur negativa (4,46%; benchmark 4,92%) è la migliore fra quelle dei comparti del Fondo in questo complicato 2022. Merito soprattutto del cauto stile di investimento adottato dai gestori finanziari. Se da un lato, tuttavia, si registra in questa fase un risultato migliore rispetto ad altri strumenti, questo va contemperato con i rendimenti meno elevati del passato recente (tassi bassi). La performance del Comparto nel decennio (1,96% medio annuo), nonostante la “miglior difesa” in questa fase, è infatti inferiore a quella dei Comparti Reddito e Dinamico. Ricordiamo che il “Prudente”, a differenza degli altri due comparti, adotta uno stile caratterizzato da minore volatilità ma anche da rendimenti conseguentemente più modesti. Il modello si adatta dunque all’associato che, dopo aver utilizzato Dinamico e Reddito, punta ad una maggior prudenza (per conservare i risultati nel tempo maturati) prima di giungere al prelievo finale

GARANTITO TFR

Il rialzo di luglio (+2,48%) è un prezioso “cuscinetto”, utile ad assorbire il 2,72% di agosto riportando il rendimento da inizio anno (-8,24%) ai livelli di giugno. La performance 2022 è impattata dal rialzo dei tassi (FED e BCE) che sta mettendo a dura prova tutti gli strumenti di investimento a prevalenza obbligazionaria. Da mesi commentiamo questa complicata situazione anche se, prospetticamente, il comparto va guardato quest’oggi con maggiore interesse rispetto al passato. I rialzi dei tassi del 2022, pur incidendo negativamente nel breve periodo, ci offrono infatti una prospettiva più ricca che in passato in termini di rendimenti attesi. Basti pensare che il BTP decennale italiano, uno degli strumenti tipici dell’investimento orientato alla prudenza, rende oggi più del 4%, quando solo un anno fa poteva offrire meno dell’1%. Situazione non dissimile per le emissioni degli altri paesi occidentali (a partire dagli USA). Oltre a questo, ricordiamo che il comparto è dotato di una garanzia assicurativa (importante in particolare per proteggere il TFR versato); crediamo tuttavia che il maggior rendimento atteso per i prossimi anni possa consentire risultati superiori al “minimo garantito” e in ogni caso adatti a soddisfare le aspettative del “pensionando” che, attraverso il GARANTITO TFR punta a proteggere il capitale accumulato nel tempo in vista del prelievo finale.  

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