Dopo i brillanti quanto sorprendenti risultati dell’anno passato, la finanza globale, nel primo trimestre del 2021, non ha ancora preso una direzione chiara, anche se a marzo abbiamo assistito ad una promettente ripresa dei mercati azionari. Nel frattempo, il Fondo programma il futuro della gestione finanziaria, sotto il segno dell’innovazione.
Nel mezzo di un trimestre ricco di episodi interessanti, ma complessivamente stabile in termini di rendimenti, la novità più rilevante ci viene dai mercati obbligazionari: negli Stati Uniti le aspettative inflazionistiche hanno alimentato la risalita dei tassi d’interesse.
La dinamica, opposta a quella del 2020, si presta ad una duplice lettura:
“Con l’aumento dei tassi – evidenzia il Direttore del Fondo Paolo Stefan – chi ha investito in titoli di stato USA che pagano una cedola meno corposa, si troverà a subire la minor “appetibilità” degli stessi e quindi la riduzione del loro valore. Per chi invece si affaccia al mercato con nuovi capitali, ecco un’occasione migliore rispetto al passato recente.”
Incerti anche i mercati azionari: la liquidità, fornita con abbondanza da stati e banche centrali, non ha ancora preso una direzione e attende probabilmente più nitidi segnali di ripresa, che tardano ad arrivare a causa delle recrudescenze di Covid-19: i piani vaccinali – fra uno “stop and go” e l’altro – non stanno infatti arginando la diffusione del virus come ci si attenderebbe, soprattutto in qualche Paese.
Nel frattempo, si registra peraltro un interessante fenomeno: la rotazione settoriale, con i titoli ciclici privilegiati rispetto ai tecnologici. Questi ultimi, all’opposto, avevano trainato le ottime performance del 2020. Ne hanno naturalmente tratto beneficio i comparti nei quali i gestori hanno saputo sovrappesare tatticamente gli asset più tradizionali.
A conclusione di questa breve analisi, un’occhiata al nostro Paese: nel bel mezzo della pandemia non ci siamo fatti mancare la nostra “tradizionale” crisi politica, sfociata tuttavia – con una certa rapidità – nella costituzione di un nuovo Governo. Almeno stavolta non ci sono state le consuete ripercussioni sullo “spread” che, anzi, registra oggi valori più ridotti rispetto all’inizio dell’anno.
Questo il “breve termine”: ma la gestione finanziaria dei fondi pensione non si misura certo sulle performance di periodi così brevi… e soprattutto, l’investitore previdenziale è chiaramente proiettato su “ciò che sarà”, più che su “ciò che è stato”.
E allora, parlando di futuro, ricordiamo che Solidarietà Veneto, nell’agenda 2021, ha segnato un fondamentale appuntamento: il rinnovo del Documento sulla Politica di Investimento.
La definizione del documento coinciderà curiosamente con un importante anniversario: a novembre compie 20 anni la gestione finanziaria, che prese avvio proprio nell’autunno del 2001 e che vide Solidarietà Veneto precursore nell’ambito dei Fondi pensione negoziali.
“A vent’anni di distanza – conclude Stefan – e nell’attesa di fare il “bilancio” di questa lunga esperienza, possiamo individuare un punto in comune fra ‘ora ed allora’ la capacità di innovare, oggi riconfermata da un riconoscimento di cui siamo fieri: l’attribuzione del ‘Citywire Top 30 Women Edition’ a Giulia Vianello, giovane collega della Funzione Finanza”.
In questo intricato scenario i Comparti di Solidarietà Veneto chiudono il trimestre con toni moderatamente positivi. Vediamo insieme i risultati al 31 marzo.
DINAMICO
Il Dinamico, cavalcando la ripresa dei mercati azionari di marzo, mette a segno un ottimo +1,79%, riportando in area positiva il rendimento da inizio anno (+0,99%). Si rileva tuttavia un ritardo rispetto al benchmark (+2,60% nel periodo): Axa, il gestore che trascinò l’ottima performance del 2020 ha sofferto la rotazione settoriale “tecnologici – ciclici” (di cui si è fatto cenno in premessa); all’opposto, questa dinamica è stata interpretata meglio dall’altro gestore (Eurizon Capital) che supera il proprio parametro di riferimento, così come Finanziaria Internazionale per quanto riguarda il mandato a “focus geografico”.
REDDITO
Anche per il Reddito, marzo è un mese di netta ripresa (+1,12%), grazie alla quale la performance da inizio anno rivede il segno “+” (+0,24% ; benchmark: -0,23%). L’asset allocation del comparto soffre l’aumento dei tassi sui titoli governativi USA, di cui abbiamo detto in premessa (contraltare del fenomeno osservato nel 2020). Una fase delicata, ma ben interpretata dai gestori, tutti capaci di superare il benchmark in questo trimestre d’inizio anno.
PRUDENTE
Grazie al +0,99% del mese, il Prudente recupera e si porta a quota +0,75% da inizio anno (+0,29% il benchmark). Il risultato di periodo supera le aspettative: il merito va ricondotto alla capacità dei gestori – soprattutto di Eurizon – di intrepretare al meglio questa particolare fase di mercato, come si può osservare nel confronto con il parametro di riferimento (benchmark).
GARANTITO TFR
Il comparto (+0,73% a marzo) rimane strettamente ancorato al valore quota di fine 2020 (-0,04% da inizio anno; +0,09% il benchmark) nel rispetto della sua vocazione di “protettore del capitale”. Se peraltro allarghiamo l’orizzonte osserviamo che, a tre mesi dalla conclusione del primo anno di gestione, Generali IAM realizza un corposo +4,4%, decisamente superiore alle aspettative – evidentemente più conservative – che il lavoratore prossimo alla pensione (iscritto tipico del “Garantito TFR”) ripone nel comparto.