Il trend degli ultimi anni ha visto il risparmiatore compiacersi nel veder aumentare il valore di ogni asset class sottovalutandone, in molti casi, il rischio. Improvvisamente, in questo primo trimestre, siamo stati svegliati dal ritorno dei “segni meno” (ancorché modesti).
Inizia a sfumare un po’ di quell’effetto “narcotico” dato dall’abbondante liquidità fornita dalle banche centrali e ci si comincia a chiedere se e quanto durerà ancora il “paese dei balocchi” finanziario.
Un quesito da non sottovalutare: qualora le altre banche centrali continuino a sostenere la finanza, gli investitori continueranno ad essere propensi al rischio; all’opposto, se ci fosse un cambiamento nella politica economica attraverso un rialzo dei tassi, sarà opportuno prestare molta attenzione ai nostri risparmi. Verrebbe infatti a mancare quel carburante con cui, negli ultimi anni, è stato alimentato il sistema, e la percezione di questo rischio potrebbe amplificare seriamente i fenomeni osservati con l’inizio del 2018. Allora i rischi geopolitici (conflitto in Siria, Corea del Nord, dinamiche migratorie, ecc.), i dazi di Trump (guerra commerciale con la Cina) e gli sbandamenti delle FANG (il settore tecnologico USA, con qualche problema di… privacy) diventerebbero anch’essi ottimi argomenti per giustificare, purtroppo ex post, i prossimi ribassi.
Mentre il mercato azionario oscillava, alcuni trend che avevamo avuto modo di vedere nei mesi precedenti, si sono interrotti: la crescita del prezzo del petrolio ha rallentato, il dollaro USA ha smesso di indebolirsi. Il tutto però, nell’ambito di uno scenario economico comunque positivo, anche per il nostro territorio, aspetto che possiamo chiaramente osservare nella quotidiana frequentazione delle aziende associate.
In questo contesto, la storica cautela di Solidarietà Veneto, sta proteggendo adeguatamente il valore delle risorse gestite.
Ecco nel dettaglio i rendimenti dei comparti di Solidarietà Veneto
Dinamico
Con il – 0,93% nel mese, il valore quota segna un -1,11% netto da inizio anno (benchmark -1,29%). Il comparto a maggior componente azionaria riflette naturalmente più degli altri il ritorno della volatilità. Lo “storno”, che appare trascurabile alla luce delle performance medie registrate negli ultimi anni (5-6% medio netto annuo), può essere letto come un “avviso sottovoce” per chi, proprio nell’abitudine dei segni positivi, ha scelto il Dinamico anche se prossimo al pensionamento. Molti fra i più giovani leggono invece questa “finestra temporale” come l’occasione per acquistare quote a prezzi bassi. Due visioni opposte, ma il parametro resta sempre l’orizzonte temporale, che ci permette di orientare proficuamente la nostra scelta di investimento, specie se in chiave previdenziale.
Reddito
Il comparto “centrale” (- 0,14% a marzo) archivia il 1° trimestre del 2018 a quota -0,38% netto (benchmark -0,27%). La diversificazione ha ammortizzato efficacemente le oscillazioni dei mercati, mantenendo la performance vicina alla parità. Il Reddito si conferma così uno dei comparti che meglio difendono il valore degli investimenti nelle fasi critiche del mercato. Seppur in misura minore rispetto al Dinamico, anche l’iscritto al Reddito, specie se prossimo alla pensione, può trarre in questa fase segnali interessanti per l’interpretazione dello scenario e l’orientamento delle proprie scelte di investimento.
Prudente
Nel nome, una filosofia che interpreta il desiderio degli iscritti più cauti. Essi apprezzano infatti questo comparto per la stabilità che da sempre lo contraddistingue nelle fasi più tormentate: con il -0,03% registrato nel mese, la performance da inizio anno rimane infatti aggrappata alla “parità” (-0,11% netto, benchmark 0,03%). Un risultato che incontra le aspettative di chi si sta avvicinando all’uscita dal mondo del lavoro e preferisce rinunciare a qualche punto di rendimento per poter contare su un profilo a minor rischio.
Garantito Tfr
Una nota positiva, sia con riferimento al mese (+0,14%) sia considerando il confronto da inizio anno (+0,06% netto, benchmark -0,12%), arriva dal comparto dedicato ai pensionandi. È accaduto infatti che, nel mese, gli operatori finanziari, cercando protezione dalla ripresa della volatilità, hanno preferito tornare alla maggiore tranquillità del titolo di stato, aumentandone la richiesta e, di riflesso, il valore. E il titolo di stato costituisce il principale asset del Garantito TFR, un comparto il cui livello di gradimento è in costante aumento: gli aderenti maggiormente avversi al rischio, e quelli a cui mancano pochi anni al pensionamento, vi ritrovano infatti una soluzione efficace, poiché garantisce la restituzione del capitale versato ed un rendimento almeno pari alla rivalutazione del TFR non destinato alla previdenza complementare.
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