E’ la “fiducia”, bellezza. E tu non puoi farci niente (da L’ultima minaccia – 1952)
Tra vaccini e varianti, la “normalizzazione” post Covid avanza con fatica. Eppure, nei mercati azionari prevale la fiducia, nonostante il ritorno dell’inflazione. In Italia perfino i successi sportivi contribuiscono al positivo “mood”. E così la parafrasi di quel vecchio film, viene spontanea.
Normalizzazione, Ripresa, Investimenti Pubblici: si respira un rinnovato clima di fiducia, dopo un anno decisamente grigio. E, diciamocelo, non ci dispiace! Anche perché – forse anche per merito dell’Italia calcio/tennistica – il nostro Paese pare al centro di questo momento “idilliaco”.
E anche per i mercati finanziari, pervasi dalla medesima sensazione, i sei mesi appena conclusi si possono dire complessivamente positivi.
“Anche dalle aziende della nostra regione – racconta il Direttore del Fondo Paolo Stefan – gli associati ci manifestano segnali positivi: gli ordinativi crescono e i ritmi di produzione sono elevati. La difficoltà è casomai quella della mancanza di materie prime e di semilavorati, con i prezzi in crescita e qualche rischio per la tenuta delle filiere”.
Un “mood” positivo che, dalla realtà di tutti i giorni, va ad alimentare anche la finanza. Ed è qui che vorremmo porre qualche interrogativo, perché si sta concretizzando un crescente – e forse non del tutto giustificato – “appetito” per il rischio finanziario.
“Nei mesi passati, abbiamo espresso agli iscritti qualche perplessità rispetto a talune situazioni anomale che si stanno riscontrando. Nonostante i “numeri” positivi del primo semestre 2021, i gestori del Fondo – e più in generale gli investitori istituzionali – sono stati obbligati ad affrontare diverse criticità, tra cui una… “vecchia conoscenza” che sta tornando prepotentemente alla ribalta: l’inflazione.”
Uno “spauracchio” che ha impattato in maniera nitida negli USA. Il conseguente rialzo dei rendimenti dei titoli di stato americani ha inevitabilmente compresso le performance dei comparti dedicati al “breve termine”, ossia quelli a prevalenza obbligazionaria. Occorre tuttavia guardare anche al “rovescio della medaglia”: potremmo contare su cedole meno sottili di quelle che caratterizzano l’odierno scenario. Una prospettiva certamente positiva, quantomeno per il risparmiatore, un po’ meno per gli emittenti…
I mercati azionari, invece, non si sono lasciati intimorire più di tanto dal ritorno dell’inflazione. E neppure temono un futuro prossimo a cui l’occidente ha deciso di presentarsi sotto il segno del debito pubblico. I piani di sostegno, forse inevitabili per uscire dall’inghiottitoio della pandemia e per provare a superare la crisi climatica, meritano insomma il giudizio positivo delle borse che, nonostante la volatilità crescente, ritoccano massimi storici quasi a voler testare ripetutamente quanto solida sia la volontà espansiva delle politiche economiche in corso.
E così, dopo l’ottimo 2019 ed il sorprendente 2020, Solidarietà Veneto giunge anche alla fine del primo semestre 2021 con tutti i Comparti in territorio positivo. Vediamoli insieme.
Rendimento netto Giugno 2021
DINAMICO
Continua la fase ascendente del comparto che, dopo la debolezza dei primi mesi e grazie ad un buon +1,30% a giugno, “vede” quota 4% (+3,74% da inizio anno; +5,01% il benchmark). A fare da traino i mercati azionari, soprattutto a stelle e strisce, che ”imperterriti” proseguono la tendenza nonostante il ritorno dell’inflazione.
I rendimenti – specie quelli medi nel lungo periodo – del Comparto dedicato ai più giovani (+84% netto nel decennio; +27% da fine 2019) attraggono talvolta anche risparmiatori che si approssimano alla pensione. Suggeriamo da questo punto di vista di prestare particolare attenzione al corretto posizionamento: il Dinamico si caratterizza per gli elevati rendimenti, ma anche per una volatilità con cui è bene convivere solo se si dispone di un adeguato orizzonte temporale.
REDDITO
In giugno, miglior risultato del semestre (+1,04%) per il Comparto Reddito, che pian piano sta uscendo dalla “convalescenza” susseguente al rialzo dei tassi dei treasury (i titoli di stato americani), dei primi mesi dell’anno. Il rendimento nel semestre (+1,57%; +0,80% il benchmark) proietta su base annua un obiettivo di rendimento in linea con le aspettative.
La fine del semestre coincide tra l’altro con un importante cambiamento a livello di gestione. Dal 1° luglio, infatti, HSBC GAM ha preso il testimone da Generali IAM (gestore del Comparto dal 2013). Il nuovo partner, insieme agli altri gestori del comparto, dovrà far fronte alle possibili insidie dei prossimi mesi: fra questi pensiamo in particolare al tema dei tassi bassi, all’inflazione e ad una possibile ripresa “zoppicante” dalla pandemia, con i conseguenti effetti sui mercati azionari.
PRUDENTE
Il Prudente, con un rendimento del +1,47% da inizio anno (+0,89% il benchmark) chiude un semestre superiore alle aspettative di chi normalmente seleziona tale Comparto. Contribuisce a tal fine il buon +0,61% nel mese di giugno. Il risultato del semestre appare particolarmente interessante se si tiene conto che il comparto (investito mediamente per l’85% in obbligazioni ed il 15% in azioni) ha potuto beneficiare delle performance dei mercati azionari limitatamente alla modesta porzione di titoli di capitale presenti in portafoglio. Una performance che in soli sei mesi supera quella che più volte il comparto ha ottenuto nell’anno intero.
GARANTITO TFR
Un ottimo giugno (+0,47%) porta il rendimento del Garantito TFR da inizio anno a quota +0,48%. Dopo uno sfavillante 2020, il 2021 del comparto dedicato ai pensionandi era iniziato sottotono, complice l’innalzamento dei tassi dei titoli di stato (e la conseguente riduzione di valore dei titoli stessi).
Ora, ad un anno esatto dall’affidamento delle risorse a Generali IAM e dopo aver attraversato anche questa complessa fase, possiamo dare un primo positivo giudizio alla gestione: nei 12 mesi, Generali ha realizzato un corposo +3,56%. Il risultato supera largamente la rivalutazione del TFR e si configura come una “scorta” di rendimento preziosa in uno scenario difficile – dal punto di vista dei tassi – come quello attuale.