Antonio Brusadin è un neopensionato di 64 anni. Una persona distinta ed elegante, che abbiamo incontrato nello Sportello Informativo di Conegliano presso la sede dell’Artigianato Trevigiano. Dopo essersi confrontato con il nostro operatore ha ritenuto di richiedere al Fondo o meglio, a Generali Assicurazioni (gestore delle rendite), l’erogazione della pensione complementare. In occasione di un successivo contatto telefonico utile ad approfondire determinati dettagli (tipologia di rendita, tasso tecnico e frequenza di erogazione), abbiamo concordato di incontrarci nuovamente per una chiacchierata. Di seguito gli elementi più interessanti del confronto che ne è seguito.
Signor Brusadin. Allora, come mai questa scelta “differente”?
Beh, dopo aver ponderato la situazione ed acquisito le informazioni necessarie da parte del Fondo, ho ritenuto che fosse opportuno, stante anche la situazione non proprio lineare che caratterizza i mercati finanziari negli ultimi anni, cercare di diversificare al meglio il risparmio accumulato durante la mia vita lavorativa destinandone una parte alla rendita pensionistica.
Lei sa che rimarrà nella storia quale primo iscritto a Solidarietà Veneto a richiedere la rendita. Si tratta di una scelta forte. L’ha maturata di recente?
In realtà il fatto di affidarmi alla struttura di Solidarietà Veneto anche da pensionato dipende soprattutto dalla conoscenza che ho di questo fondo fin dalla mia occupazione. Ero responsabile del personale di un’azienda del trevigiano. È da allora che conosco e, posso dirlo, apprezzo, Solidarietà Veneto. Nelle ultime settimane ho potuto verificarne anche il servizio ai “pensionandi” e ciò mi ha consentito di decidere consapevolmente.
Questo ci fa certamente piacere; quali sono i motivi di tale giudizio positivo nei confronti di Solidarietà Veneto?
Avevo avuto modo di conoscere anche altre forme pensionistiche. Quello che ho apprezzato del Fondo territoriale è che, a fronte di problemi concreti, ho sempre trovato la disponibilità dei vostri uffici a rispondere, ad ascoltare e a cercare di trovare soluzioni. Inoltre la vostra disponibilità ad incontrare le persone nelle sedi territoriali è un valore aggiunto notevole.
Quando parla di “problemi concreti” Lei si riferisce ad un caso specifico che ha vissuto?
Si, ma non solo. Mi riferisco certamente ad un caso specifico che mi ha fatto capire la vostra “impronta”: si trattava di un’anomalia nell’invio della distinta di contribuzione e, dunque, nella riconciliazione dei pagamenti. Il Fondo, contattato al telefono, si è attivato per indicarci la soluzione più rapida per risolvere il problema e consentire ai colleghi associati, di trarne immediato beneficio. Ho in seguito trovato conferma di tale operare nell’attività ordinaria tanto che, negli anni, ho ritenuto importante evidenziare ai lavoratori l’opzione Solidarietà Veneto, come percorso da valutare con attenzione.
Quali sono i riscontri che ha avuto dai lavoratori dipendenti che ha incontrato?
Ho vissuto in prima persona il dibattito del 2007, epoca del silenzio assenso. Ritengo che si sia arrivati a tale appuntamento con un deficit informativo rilevante. I lavoratori non avevano acquisito piena consapevolezza degli effetti della riforma Dini del 1995 e dell’introduzione del contributivo. In sostanza pochi avevano capito che occorreva ripensare il proprio modo di risparmiare, tenendo conto delle novità introdotte dalla riforma. Si è continuato a preferire la liquidabilità del TFR e a guardare più all’immediato che al futuro. Ho cercato di colmare personalmente tale carenza informativa ed ho trovato nel Fondo regionale una valida “sponda”.
Lei sembra particolarmente preparato rispetto a questa tematica, come mai?
Essendomi occupato di personale, ho dovuto acquisire tempo per tempo questo bagaglio di conoscenze che ho cercato di trasferire ai colleghi. Ho sempre cercato di fare il mio lavoro in una logica di responsabilità. Responsabilità innanzitutto verso l’azienda ma anche verso quei dipendenti che ne formavano la struttura portante. Ho sempre ritenuto che la “caratura morale” fosse una esigenza imprescindibile nella vita professionale di ognuno e, ancor di più, per chi ha avuto un ruolo come il mio. Per questo mi sono impegnato anche rispetto a questa tematica che guarda nettamente verso il futuro.
Ed ora è in pensione…
Si, sembrava così lontana… Invece, riforme o non riforme, è arrivata! Ed eccoci qui, prima di quel che pensassi. È stato importante trovarci per poter costruire assieme i dettagli del mio “assegno”. Spero che la mia esperienza positiva che ormai è di “pensionato” possa risultare positiva per i giovani. Affinché non si viva di inerzia, come ho potuto talvolta osservare, ma che si prendano decisioni fondate sui “principi”. In questo caso sulla volontà di creare un futuro migliore.
Possiamo dire ai nostri lettori quale rendita ha scelto?
Dopo aver fatto tutte le simulazioni del caso, ho scelto la rendita vitalizia semplice senza reversibilità. Disponevo di un capitale di circa 50.000 Euro che si è tradotto in una rendita annua di circa 3.000 Euro che ho ritenuto utile ricevere con frequenza semestrale (due rate l’anno).
A questo punto non possiamo che augurarle buona pensione.
Grazie…e a tutti gli aderenti del Fondo io auguro “buona previdenza complementare”!
Proprio una buona pensione quella che ha avviato il Signor Brusadin.
Il Fondo inizia quindi questo percorso con una persona preparata e la cui competenza viene da lontano. Una persona che ci ha potuto parlare di principi, di responsabilità, di moralità. L’auspicio è quindi che tale punto di partenza possa fare da viatico per una gestione del fronte “rendite” che sia caratterizzata anch’essa dai presupposti che da sempre caratterizzano Solidarietà Veneto. Vicinanza, assistenza, servizio.