Flessibilità: in pensione prima, ma…
I punti certi sono ancora pochi; la proposta complessiva, infatti, verrà formalizzata il prossimo 8 luglio. Stanno però già circolando i punti cardine del programma di Boeri: l’obiettivo numero uno sarebbe quello di introdurre una maggiore flessibilità, superando le rigidità della riforma Fornero.
In estrema sintesi: uscite anticipate e al tempo stesso “penalizzazioni” sui trattamenti. Si ipotizza, infatti, di permettere l’accesso al pensionamento (opzionale, su scelta del lavoratore) in anticipo rispetto a quanto stabilito dai requisiti attualmente in vigore, a fronte di un assegno previdenziale più leggero.
Si concretizzerebbe, quindi, quanto anticipato dallo stesso Boeri nel corso della sua recente audizione in Commissione Lavoro della Camera: «La flessibilità – aveva detto – deve avere un impatto neutro dal punto di vista attuariale, perché solo così la maggiore spesa sarà sostenibile anche rispetto ai vincoli che derivano dalla politica di bilancio monitorata dall’Unione europea e che consentono dei margini in situazioni economiche avverse».
Da quanto si apprende, la finestra per l’uscita dal mondo del lavoro potrebbe essere collocata tra i 57 e i 62 anni, con un requisito minimo di 35 anni di contributi (un anno in più per i lavoratori autonomi).
Come prepararsi al cambiamento
È possibile, quindi, che nei prossimi mesi assisteremo ad un nuovo dibattito sul sistema pensionistico italiano con all’orizzonte un’altra riforma, a poco più di 3 anni dall’entrata in vigore della riforma Fornero.
Una situazione che potrebbe introdurre nuove preoccupazioni e ulteriori dubbi tra i lavoratori che, da molti anni, sono alla ricerca di certezze sul loro futuro previdenziale.
In questo contesto una certezza c’è: il lavoratore iscritto alla previdenza complementare può guardare all’eventuale cambiamento del sistema previdenziale con serenità.
Chi ha avviato il percorso nella previdenza complementare, infatti, ha scelto di essere libero, di prendere in mano il proprio futuro previdenziale e indirizzarlo verso l’obiettivo desiderato. Quale modo migliore per prepararsi al cambiamento?
Le altre proposte
Nel programma di Boeri anche altre due ipotesi, già anticipate nei mesi scorsi:
- il ricalcolo con il sistema contributivo delle pensioni in essere
- un “salvagente” contro la povertà per i lavoratori tra i 55 e i 65 anni che subirebbero la soppressione degli attuali ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità in deroga).
L’eventuale riforma del sistema previdenziale dovrebbe essere inserita nella legge di stabilità, che il governo presenterà a ottobre. Perché ciò avvenga, è necessario che i piani di intervento siano pronti per settembre. Potrebbe essere questo il motivo della convocazione dei sindacati il 9 luglio prossimo, da parte del Presidente Boeri.
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