Rispetto alla flessibilità in uscita (l’APE), che ormai sembra verrà strutturata attraverso il meccanismo del prestito, dal Governo spunta un’ulteriore novità, particolarmente interessante per chi ha aderito ad un fondo pensione.
Siamo ancora alle indiscrezioni (riportate anche da Il Sole 24 Ore), ma il Governo, e in particolare il sottosegretario alla Presidenza Nannicini, sembra stia lavorando ad una soluzione per rendere meno gravosa l’uscita flessibile dal mondo del lavoro.
La nuova proposta sarebbe rivolta ai lavoratori over63 anni che abbiano aderito alla previdenza complementare e vogliano accedere alla pensione in anticipo rispetto a quanto previsto dalla normativa, avvalendosi dell’APE.
Rita: ipotesi di funzionamento
In pratica, il lavoratore con le caratteristiche appena individuate, potrà incassare da subito una parte della pensione integrativa dal proprio fondo pensione, per ridurre gli effetti della penalizzazione prevista dall’Anticipo pensionistico (APE).
Con questa nuova possibilità, per cui sembra sia pronto anche il nuovo acronimo Rita (Rendita integrativa temporanea anticipata), il lavoratore potrà integrare il suo reddito nei mesi di anticipo utilizzando i risparmi previdenziali accantonati nel fondo pensione e quindi richiedere un “prestito Ape” inferiore (per esempio del 50%).
Con l’obiettivo di rendere strutturale questo intervento, la prima sperimentazione dovrebbe durare tre anni e interessare i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953 (compresi i dipendenti pubblici).
Se le indiscrezioni dovessero essere confermate, questo intervento andrebbe a rafforzare il ruolo della previdenza complementare, avvalorando ulteriormente la scelta dei lavoratori che hanno destinato il loro risparmio previdenziale ai fondi pensione.
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