La discussione è tutta qui, il fantomatico “costo zero”. È già tempo di raffreddare gli animi?
Sul tema intervengono i collaboratori del Presidente del Consiglio: il costo delle misure per l’introduzione della flessibilità in uscita «dovrebbe essere coperto con risparmi equivalenti realizzati nello stesso sistema previdenziale». Ciò che conta, in sintesi, è che il totale della spesa per la previdenza non aumenti. Dovrebbero esserci, quindi, margini di manovra.
Nel frattempo, arrivano le dichiarazioni del Presidente Boeri in risposta a chi sostiene che la sua idea di flessibilità comporterebbe un taglio del 30% dell’assegno pensionistico erogato dall’INPS: «Non è così».
Cosa significa a costo zero?
Il sottosegretario al’Economia, Pier Paolo Baretta, anche lui intervenuto già nelle scorse settimane, dice: «la discussione è se il provvedimento è a costo zero: se si intende sul lungo periodo allora il risparmio complessivo c’è, ma nei primi anni lo Stato dovrà anticipare una quota parte dell’uscita dei lavoratori».
Sul tavolo del Governo ci sono diverse di ipotesi; tutte a costo limitato, compreso tra alcune centinaia di milioni e massimo un miliardo di euro, per il 2016.
Per il sottosegretario Baretta, i tempi e i modi saranno determinati proprio dalla compatibilità economica: il provvedimento potrebbe entrare «nella legge di stabilità o in una legge ad hoc o in un provvedimento successivo».
Nel dibattito interviene anche l’ex ministro del Lavoro ed ex commissario dell’Inps, Tiziano Treu: «si possono fare interventi con costi minimi» per introdurre flessibilità che lo stesso Treu ha definito «necessaria» per correggere l’eccessiva rigidità della legge Fornero.
Le precisazioni di Boeri
Taglio del 30% dell’assegno pensionistico? Tito Boeri ha risposto in modo netto: «non è così, la nostra proposta non ha un taglio grande delle pensioni, ma una riduzione equa».
Boeri ha anche assicurato che nelle sue idee non è previsto il ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo.
Il meccanismo che ha in proposto il Presidente dell’Inps porterebbe a una riduzione media del 3-3,5% per ogni anno di anticipo rispetto ai requisiti attuali.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE
PENSIONI, RENZI: ALLO STUDIO RIFORMA, CON NUOVI PALETTI
PENSIONI, IN ITALIA LA SPESA PIÙ ALTA D’EUROPA
PENSIONE: SONO PESSIMISTA, MA NON SO PERCHÉ
CENSIS: IL 65% DEI GIOVANI IN PENSIONE CON MENO DI 1.000 EURO
RAPPORTO INPS: IL 2014 SI CHIUDE IN PASSIVO
POLETTI: PENSIONI FLESSIBILI PER AGEVOLARE I GIOVANI
FORNERO: SÌ ALLA FLESSIBILITÀ IN USCITA, CON TAGLI DEL 3,5%
BARETTA: FLESSIBILITÀ E TAGLI LEGATI AL REDDITO
BOERI: I 5 PUNTI PER RIFORMARE LE PENSIONI