L’atto fondamentale perché la procedura vada a compimento è la stipula di un accordo tra lavoratore e datore di lavoro in cui è necessario specificare il dettaglio di quanto viene richiesto dalla normativa.
In assenza di accordo, non è possibile dar corso a questa forma di part-time. Ma andiamo con ordine.
Come funziona il part-time agevolato
Il part-time agevolato possiamo considerarlo come un primo tentativo di introdurre qualche elemento di flessibilità in uscita nel nostro ordinamento.
In estrema sintesi, il lavoratore, in accordo con il proprio datore di lavoro, può trasformare il rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time incassando nella propria busta paga la parte di contributi che l’Azienda non andrà a pagare per effetto di tale trasformazione.
Al momento della pensione, il lavoratore riceverà l’assegno Inps calcolato come se avesse lavorato sempre a tempo pieno in quanto lo Stato riconosce la contribuzione figurativa corrispondente alla prestazione non effettuata.
La contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata, viene riconosciuta nel limite massimo di 60 milioni di Euro per il 2016, 120 milioni per il 2017 e 60 milioni per il 2018.
Come cambia lo stipendio con il part time agevolato
Grazie al meccanismo indicato in precedenza, la riduzione dello stipendio netto percepito dal lavoratore sarà minore rispetto all’effettiva riduzione dell’orario di lavoro.
Vediamo un esempio:
I requisiti per accedervi
Per accedere al part time agevolato, il lavoratore deve possedere due requisiti:
- essere titolare di un rapporto di lavoro subordinato nel settore privato, anche agricolo, (sono esclusi quindi i dipendenti pubblici) con contratto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato.
- essere in possesso del requisito contributivo di 20 anni al momento del rilascio della certificazione e che raggiungano, entro il 31 dicembre 2018, l’età pensionabile prevista per il pensionamento di vecchiaia (66 anni e 7 mesi).
Sono incompatibili con la nuova disciplina i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, il lavoro domestico, il lavoro intermittente e il lavoro a domicilio.
La procedura per attivare il part time agevolato
Il primo passaggio essenziale dell’iter amministrativo è la domanda di rilascio della certificazione Inps che attesti il possesso dei requisiti. Non è previsto alcun termine entro cui tale certificazione debba essere rilasciata.
Una volta ottenuta la certificazione, si potrà procedere alla redazione e sottoscrizione dell’accordo di trasformazione da full time a part time per un periodo la cui durata è legata alla data di raggiungimento dell’età pensionabile.
Concluso l’accordo, il datore di lavoro lo trasmetterà alla Direzione del lavoro competente, tenuta a rilasciare un proprio visto di conformità.
Ricevuto il visto, o se non vi è riscontro entro cinque giorni (sistema di silenzio assenso), il datore di lavoro trasmetterà istanza telematica all’Inps con le indicazioni utili alla stima del beneficio e i dati del contratto di lavoro.
L’ente previdenziale, entro cinque giorni lavorativi dalla domanda, rilascerà relativa autorizzazione (in questo caso non si applica il silenzio assenso).
NOTA
Le informazioni contenute nel presente articolo hanno carattere informativo, per conoscere la propria situazione ed effettuare le valutazioni conseguenti, consigliamo di rivolgersi all’Inps o alla sede sindacale più vicina.
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