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Meno tasse, più economia: riconosciuto il credito d’imposta

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Buone notizie per gli iscritti a Solidarietà Veneto: riconosciuto 1.840.000 euro di credito di imposta relativo agli investimenti a “focus geografico”

Dove eravamo rimasti…


È passato circa un anno e mezzo da quando giunse la “cattiva notizia”: il legislatore, con la Legge di stabilità del 2015, incrementò l’aliquota di tassazione dei rendimenti dei Fondi Pensione, portandola dall’11,5% al 20%.


Ai nostri lettori vennero peraltro presentate due importanti eccezioni: sarebbero state previste delle agevolazioni a fronte degli investimenti in titoli di stato (tassazione ridotta al 12,5%) e a quelli in “economia reale”, da cui sarebbe derivato uno specifico credito d’imposta. Si intravedeva già allora, per gli aderenti di Solidarietà Veneto, la possibilità di beneficiare di un regime fiscale più vantaggioso. Come è andata?

Innanzitutto, riguardo all’investimento in titoli di stato, occorre evidenziare che lo stesso caratterizza tipicamente i Comparti di “breve termine” (Garantito TFR e Prudente) e, in misura inferiore, quelli dedicati ai più giovani (Reddito e Dinamico).

Per effetto di tale impostazione la tassazione effettiva, specialmente per i comparti a breve, è già di per sé ben lontana dal tetto del 20%.

Ma oggi vogliamo concentrarci sulla seconda: il credito d’imposta.

Il credito d’imposta: come funziona


Il legislatore, attraverso tale meccanismo, attiva uno stimolo ad investire nell’economia reale, prevedendo una sorta di “garanzia” che lo stato mette a disposizione per una tipologia di investimento innovativa e che punta allo sviluppo del paese.

La legge prevede infatti che se il Fondo investe in determinate attività di carattere finanziario (“economia reale”) avrà diritto ad uno “sconto” sulle imposte (credito d’imposta). Ed è questo che è accaduto agli iscritti del fondo pensione territoriale del Veneto. Ecco perché.

Il percorso di Solidarietà Veneto


Fra queste, infatti, vi sono gli investimenti in progetti infrastrutturali e la sottoscrizione di fondi di chiusi mobiliari. Già dal 2013, Solidarietà Veneto è attivo negli investimenti a lungo termine nella cosiddetta “economia reale”, prima attraverso il mandato a focus geografico affidato a Finanziaria Internazionale (che prevede, tra l’altro, la possibilità di investimento in obbligazioni emesse da aziende del territorio).

Successivamente, al fine di diversificare maggiormente anche la componente azionaria, è stato introdotto l’investimento in fondi di chiusi mobiliari. Ci riferiamo in modo particolare agli investimenti in “private equity” (capitale di aziende non quotate) per lo sviluppo che, nei comparti Reddito e Dinamico sta gradualmente sostituendo una piccola parte della componente equity “tradizionale” (azioni quotate in borsa).

Proprio grazie a questi investimenti, Solidarietà Veneto ha richiesto il credito d’imposta, con riferimento ai rendimenti maturati nel 2014 e agli investimenti del 2015 che, come anticipato, l’Agenzia delle Entrate ha integralmente riconosciuto, per un importo complessivo di circa 1.840.000 euro.

L’impatto per gli iscritti al fondo


La somma è stata suddivisa nei tre comparti dove sono attive le suddette tipologie di investimento: Dinamico e Reddito (investimenti obbligazionari a focus geografico e fondi chiusi mobiliari) e Prudente (investimenti obbligazionari a focus geografico). Questo il quadro complessivo:

La tabella sopra riportata conferma pienamente quanto stimato dal inizialmente dal Fondo: anche grazie alle scelte di allocazione delle risorse intraprese da Solidarietà Veneto, la nuova tassazione dei rendimenti rimane tendenzialmente inferiore rispetto a quella delle altre forme di risparmio e, in modo particolare, rispetto al riferimento principale costituito dal TFR in azienda.

Per la prima volta in Italia, Solidarietà Veneto ha puntato alla diversificazione in chiave territoriale: un percorso lungimirante che, oggi, comincia a mostrare i primi effetti.
 
 
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