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Gestione Finanziaria

La Russia attacca l’Ucraina. E’ guerra. Commento ai rendimenti

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Solo un mese fa, commentando le performance del 2021, si raccomandava prudenza, prefigurando il possibile surriscaldamento dei mercati finanziari, innescato dalla “miccia” inflazione/rialzo tassi. La drammatica escalation Russia – Ucraina ha confermato, amplificandoli, i timori della vigilia.

Anche se il Blog “Solidarietà Venetonotizie” non tratta di geopolitica, ci pare d’obbligo aprire il nostro commento mensile ai rendimenti di gennaio, focalizzandoci sui fatti di questi giorni. Le drammatiche notizie che giungono dall’Ucraina evocano scenari che ci riportano alle penose esperienze di un passato lontano. Ci hanno colpito, a tal riguardo, le parole di un giovane: “…una guerra in Europa nel 2022. Ma è possibile? A quanto pare, purtroppo, sì.

Ferma restando la preoccupazione per gli effetti (soprattutto sulle persone civili coinvolte) di quello che sta accadendo, e lasciando ogni approfondimento agli specialisti, dobbiamo, per quel che ci riguarda, constatare che questi eventi avranno certamente conseguenze sul risparmio, specialmente nel breve periodo.

La carenza di materie prime e semilavorati già da mesi attanaglia le imprese, rendendo meno fluida la produzione e spingendo in alto i prezzi. In particolare, costa di più l’energia e, con la guerra, il fenomeno potrebbe amplificarsi, dato che i territori coinvolti sono fondamentali per l’approvvigionamento dell’economia europea. Dobbiamo quindi attenderci settimane di volatilità sui mercati finanziari; contemporaneamente potremmo assistere al rialzo dei prezzi dei beni rifugio (Dollaro, Oro…). Più incerte appaiono le dinamiche connesse con i tassi di interesse che, tuttavia, da inizio anno, hanno registrato vistosi rialzi.

La volatilità resterà con ogni probabilità al centro dell’attenzione mediatica durante le prossime settimane, un po’ come nel marzo del 2020 quando, in parallelo all’informazione sul Covid – 19, venivamo quotidianamente aggiornati sull’andamento delle borse. E volatilità… fa rima con emotività. Se non la sapremo gestire, potrebbe spingerci verso decisioni finanziarie avventate, orientate al breve termine, di cui potremmo pentirci.

La questione, tuttavia, nel contesto del risparmio previdenziale, assume toni molto diversi. I Fondi Pensione sono infatti forme di risparmio che operano su orizzonti temporali molto lunghi, con uno scopo ben preciso: la qualità della nostra vita “post lavorativa”. Questa impostazione ci permette di adottare un approccio più razionale, non focalizzato su quel breve termine che, come tante volte abbiamo detto, poco ha a che vedere con la previdenza complementare.

E, in questo contesto, cosa può offrire il fondo regionale?

Maggiore protezione nel breve termine…

Da sempre sottolineiamo che Solidarietà Veneto adotta un approccio cauto agli investimenti. Tante volte gli associati ci hanno detto che preferiscono …un punto di rendimento in meno quando i mercati salgono, per avere in cambio maggiore protezione quando le cose vanno male…”

Ecco allora che la ridotta esposizione azionaria, la diversificazione a livello mondiale (precisando che non vi sono investimenti diretti in Paesi quali Ucraina e Russia), l’investimento negli strumenti alternativi, la breve duration dei titoli obbligazionari – solo per citare alcuni aspetti – concorrono in questa fase nella composizione di un originale sistema protettivo. Una specie di “paracadute” che si è già attivato in passato facendo sì che, molto spesso, le performance dei nostri comparti risultassero fra le migliori nei periodi più difficili, come nella primavera del 2020, ma anche nel 2018, nel 2011, fino al lontano 2008 di Lehman Brothers.

…maggiori opportunità nel lungo periodo.

Ma non è forse questo il punto principale. Il Fondo pensione, dicevamo, si configura come strumento di risparmio a lungo termine. Per l’iscritto “medio” (45 anni ed un’anzianità di iscrizione inferiore ai 10 anni) il percorso di investimento compiuto – e che ha come obiettivo il pensionamento – è dunque ancora decisamente “giovane”. E’ ancora in fase di piena costruzione.

In queste condizioni, tenendo anche conto dello sconto fiscale, del contributo dell’azienda e dei bassi costi che possono offrire gli strumenti previdenziali, il Fondo pensione può essere chiaramente percepito nella sua maggiore attrattività rispetto ad altre formule più costose, meno protette, più rischiose e tipicamente focalizzate sul breve termine.

Come immaginerete, abbiamo atteso qualche giorno prima di pubblicare questo commento mensile: volevamo vederci un po’ più chiaro rispetto alla delicata situazione in cui ci troviamo. Gli sviluppi, evidentemente, non sono stati positivi e per questo ci siamo sentiti di proporvi alcune riflessioni di largo raggio, prima di giungere al commento sul mese di gennaio. I risultati delle prime quattro settimane dell’anno già preannunciavano le difficoltà successive. In particolare, sui mercati azionari – dopo mesi di crescita – abbiamo assistito a vistose correzioni (-8,52% il Nasdaq, -5,35% S&P500, -6% NIKKEY). Contemporaneamente, l’impennata inflazionistica ha alimentato i rialzi dei rendimenti per i titoli di stato; specialmente i BTP decennali (…e gli “US Treasury”, analogo strumento USA) che ormai vedono quota 2%, in netto rialzo rispetto alla fine del 2021.

Lo scenario è complicato, tuttavia, prima di passare ai numeri, vorremmo lanciare una proposta. Solidarietà Veneto si contraddistingue per una presenza capillare nel territorio: i consulenti del Fondo sono a disposizione e, attraverso l’analisi delle singole posizioni individuali, potranno proporre soluzioni interessanti e forse anche… inaspettate. Perché non approfittarne?

Di seguito i risultati dei comparti di Solidarietà Veneto al 31/01/2022.

Rendimenti netti Gennaio 2022

DINAMICO

Il Dinamico chiude gennaio a quota -2,78% (benchmark -2,24%), scontando – seppur in parte – i pesanti ribassi di cui si è detto. Il comparto dedicato ai più giovani viene peraltro da un +33% dell’ultimo triennio e, a dicembre 2021, il rendimento decennale sfiorava quota 93%. La “scorta” di rendimento accumulata negli anni passati è dunque abbondante. Molte volte abbiamo discusso dei livelli elevati toccati dalle borse nei mesi passati: i ribassi di questi giorni, se osservati tenendo conto di ciò, si possono quindi cogliere come un fisiologico aggiustamento dei massimi ripetutamente ritoccati. Prospetticamente potremmo quindi avere a che fare con quotazioni più eque (fair) che renderanno progressivamente più conveniente l’avvio di un piano di investimento.

REDDITO

Il mese di gennaio per il comparto “centrale” di Solidarietà Veneto si conclude con un -1,61% (perfettamente in linea con il benchmark) che sconta sia i ribassi dei mercati azionari, sia l’andamento negativo della componente obbligazionaria. Gli investimenti quotati in dollari (USA) concorrono peraltro a contenere l’andamento negativo, beneficiando del rialzo della valuta americana a partire dalla seconda metà di gennaio. Va infine sottolineato – aspetto importante in prospettiva – che i gestori hanno assunto un atteggiamento di cautela, posizionandosi su quegli asset che possono beneficiare della persistenza dell’inflazione e dal rialzo dei tassi di interesse

PRUDENTE

Il Prudente conferma ancora una volta la sua caratteristica di comparto molto stabile: nonostante la forte volatilità, la performance si fissa a quota -0,77%, (benchmark -0,89%) grazie anche al cauto posizionamento dei gestori Unipol ed Eurizon e all’impostazione del mandato a focus geografico, strategicamente decorrelato dalle dinamiche che caratterizzano i mercati globali.

GARANTITO TFR

Dopo tre anni di risultati al di sopra delle aspettative, il Garantito TFR affronta un inizio 2022 alquanto spinoso: l’aumento generale dei prezzi di beni e servizi, combinato con l’atteggiamento meno accomodante delle banche centrali, ha innescato il rialzo dei tassi di interesse dei titoli di stato e delle obbligazioni societarie, principali fonti di rendimento del comparto. Come sappiamo ad un rialzo dei tassi (che in prospettiva risulterà premiante), corrisponde una perdita di valore degli asset già in portafoglio, che diventano meno appetibili. Il Garantito TFR chiude così a -1,04%, con un rendimento medio annuo nel triennio del +0,8%. Il rialzo dei tassi, come si diceva, offre tuttavia, per la prima volta da un quinquennio almeno, uno spiraglio per il futuro: le nuove contribuzioni che affluiranno di qui in avanti al comparto potranno infatti contare su una redditività attesa dei titoli maggiore che in passato. Detta in parole povere: se due anni fa il gestore era “costretto” ad investire in un BTP decennale dal rendimento quasi nullo, oggi può contare su un tasso che sfiora il 2%. Un tema interessante, sul quale crediamo valga la pena di aprire qualche riflessione con i pensionandi che sono posizionati su questo comparto.

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