I valori quota, in particolare quelli dei comparti “Prudente” e “Reddito”, sono infatti (curiosamente) quasi identici a quelli del mese precedente. Pura illusione: la volatilità ad ottobre è stata particolarmente elevata soprattutto nei mercati europei, con l’Italia in testa. Il fenomeno ha raggiunto il suo apice a metà mese: l’indice della borsa italiana (FTSEMIB) registrava il 16 ottobre un -13% circa da inizio mese.
Anche Germania (DAX) e Francia (CAC40) registravano i minimi da inizio anno (-10% circa da fine settembre). Conseguenze anche sui tassi dei BTP e sullo spread BTP-Bund.
A giustificazione gli specialisti hanno posto la “delusione” dei mercati per le dichiarazioni di Mario Draghi (BCE) riguardo al “quantitative easing” (politica espansiva, stampa di moneta) ridimensionate rispetto alle aspettative.
Nella seconda metà del mese un recupero ugualmente repentino ha riportato quasi tutti gli indici a livelli non molto distanti dai valori di inizio mese, “nascondendo” al lettore meno attento un fenomeno da non trascurare. Va segnalato inoltre l’andamento molto più stabile degli indici USA e le significativa ripresa del Nikkei (indice azioni Giappone) nell’ultima settimana. Si intuisce subito che, in uno scenario come questo, diventa assolutamente importante una tematica: quella della diversificazione.
I segnali registrati, se posti in relazione ai brillanti risultati di questi ultimi anni, ci inducono a tenere alta la guardia. Alcuni opinionisti evidenziano che i mercati (tanto azionari che obbligazionari) siano sopravvalutati; resta però impossibile capire quando questo trend andrà ad invertirsi. Il suggerimento per gli iscritti è quello di monitorare con accortezza la scelta del comparto affinché risulti allineata con il proprio orizzonte temporale e con il personale livello di propensione-avversione al rischio.
Garantito Tfr
Dopo 9 mesi consecutivi caratterizzati dal ribasso generalizzato dei tassi e del relativo aumento del valore dei titoli in portafoglio, il comparto chiude ottobre con un rendimento negativo: -0,45% la cui motivazione è speculare alla dinamica registrata nei mesi passati: aumento dei tassi dei titoli di stato italiani con conseguente effetto opposto sul valore dei titoli. Il fenomeno ha registrato il suo apice in modo piuttosto violento a metà mese, per poi andare ad attenuarsi gradualmente. Il risultato da inizio anno rimane in ogni caso straordinariamente elevato: +6,85% (benchmark netto +1,51%).
Prudente
È nei periodi come questi che emerge la principale caratteristica del comparto: l’elevata diversificazione che consente di ridurre la volatilità. Quando la percezione di rischio aumenta, gli investitori specializzati nel segmento obbligazionario tendono a spostarsi verso titoli di paesi reputati più sicuri (cosiddetti “core”, quali la Germania) a scapito, ad esempio, dei titoli di stato italiani. La presenza nel portafoglio del Prudente di una consistente porzione di titoli “core” ha compensato quindi la perdita di valore dei titoli di stato dei paesi periferici. Il resto lo ha fatto la parte azionaria “socialmente responsabile” (10% del patrimonio del comparto), anch’essa molto diversificata e nella quale è consistente la componente USA (più stabile dell’Europa ad ottobre). Il mese chiude quindi appena sopra la soglia della parità: +0,01% con una crescita da inizio anno pari a +5,29% (benchmark netto +5,40%).
Reddito
Risultato quasi coincidente a quello del Prudente; nonostante la “pesantezza” dell’asset class “azionario Italia”, (5% del portafoglio) che, diversamente da altri mercati azionari, recupera solo in parte la perdita di valore registrata a metà mese, la forte diversificazione del comparto consente di giungere a fine mese alla “parità”: -0,01%. Resta quindi positivo, ed allineato al mese precedente, il risultato da inizio anno: +5,63% (benchmark +6,19%).
Dinamico
Il gestore Pioneer è particolarmente confidente nella ripresa dei mercati europei: da tale impostazione deriva la tattica attuata in questo 2014, che tende a privilegiare l’investimento azionario in Euro piuttosto che le aziende quotate statunitensi. Una scelta che non ha comportato, nel mese di ottobre, i risultati sperati: il mese si chiude infatti con un -0,66%. Resta nettamente positivo, ma inferiore al benchmark di riferimento (+6,91% netto), l’andamento da inizio anno: +4,82%.
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