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I rendimenti di febbraio 2017

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Parallelamente ai dati macroeconomici positivi, anche i bilanci del 2016 pubblicati dalle principali società, hanno lasciato trasparire un aumento degli utili; se il trend dovesse confermarsi, altre banche centrali potrebbero seguire la traccia segnata dalla FED (banca centrale USA, che di recente ha rialzato i tassi di interesse), rivedendo le politiche espansive attualmente adottate.

Lo scenario positivo presenta, tuttavia, qualche incertezza prospettica: Francia e Germania si approssimano infatti alle scadenze elettorali. Come accaduto nel 2016, vi è la concreta possibilità che possano maturare tensioni nei mercati finanziari; è quindi sempre utile valutare con attenzione il comparto di investimento, rispetto agli anni mancanti al pensionamento (orizzonte temporale) e alla propria avversione/propensione al rischio.

Vediamo, di seguito, i rendimenti del mese di febbraio per ciascuno dei comparti:

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Dinamico



Molto buono l’+1,48% di febbraio, che porta il rendimento da inizio anno all’1,46% netto (benchmark netto 1,68%). L’ottimo rendimento maturato nei due mesi non deve peraltro far dimenticare che l’ipotizzata instabilità, descritta in premessa, potrebbe interessare in modo particolare il comparto, alla luce della significativa quota di investimenti azionari (50% delle risorse) che ne caratterizzano la struttura.

Seguendo le indicazioni della Nota informativa, e visti anche i buoni risultati degli ultimi anni, è quindi doveroso ricordare agli aderenti “meno giovani” che il momento potrebbe essere opportuno per valutare un cambio di comparto, nell’ottica di una graduale riduzione del rischio e conservazione del risultato maturato.

Reddito



Il comparto, trainato dagli asset azionari, a febbraio registra un corposo +1,06%. È positiva anche la performance netta maturata da inizio anno: +0,37% (benchmark netto 0,53%).

Visti i possibili scenari futuri, ci si aspetta che la significativa diversificazione degli asset del comparto (economia reale, mandato a focus geografico), possa contenere la volatilità, dunque il rischio, proteggendo il capitale maturato dagli oltre 24.000 lavoratori che hanno scelto il “Reddito”.

Prudente



Il “tondo” +1% registrato nel mese, porta il rendimento netto da inizio anno a +0,44% (benchmark netto +0,48%). L’aumento dell’inflazione, ed il conseguente possibile rialzo dei tassi, potrebbero rappresentare, in prospettiva, un freno per la componete obbligazionaria (85% delle risorse del Prudente).

Ne deriva un’aspettativa di rendimento più contenuta, rispetto a Reddito e Dinamico, che però ha il pregio della minor volatilità, caratteristica adatta alla conservazione del capitale: proprio per questo il comparto viene proposto agli iscritti con un orizzonte temporale inferiore ai 10 anni dal pensionamento.

Garantito Tfr



Vista anche la situazione rappresentata in premessa, il comparto rappresenta un’opzione di sicuro valore per i “pensionandi”: la garanzia in essere, infatti, mette l’investimento pensionistico al riparo dai rischi legati al contesto inflazionistico e al rialzo dei tassi, che potrebbero originare rendimenti negativi.

Alla luce del -0,68% (benchmark netto -0,02%) registrato da inizio anno (+0,36% nel mese) va ricordato che, in tale scenario, è garantita all’iscritto (per esempio in caso di pensionamento), la restituzione del capitale e di un rendimento non inferiore alla “rivalutazione del TFR” che, da inizio anno, è pari a 0,58% netto.

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