Innanzitutto le “note” positive: per il quarto anno consecutivo tutti i comparti di Solidarietà Veneto chiudono con il segno positivo: una persistenza che, dall’introduzione della gestione finanziaria (2001), si era realizzata soltanto nel quadriennio 2003 -2006.
Il fenomeno, come tante volte accennato, non si può definire del tutto ordinario, anche alla luce dei rendimenti medi elevati maturati in questo periodo, pur a fronte di un allocazione del risparmio non particolarmente aggressiva.
Un percorso di crescita abbondante, le cui origini sono state varie volte descritte (una fra tutte: le politiche espansive delle banche centrali), dietro al quale si celano delle insidie, che potrebbero non tardare a manifestarsi.
Proprio in questi giorni, durante i quali ci si sta dedicando alla chiusura dei controlli sul calcolo del valore del patrimonio al 31 dicembre a alla conseguente composizione di questo commento, stiamo registrando concrete avvisaglie a tal riguardo.
2015 positivo, dunque, ma caratterizzato, diversamente dagli anni precedenti, da una forte volatilità. Segno di una mancanza di serenità, soprattutto in prospettiva, che tante volte è stata evidenziata nei nostri articoli.
Proprio in uno scenario così delineato, assume maggior valore l’approccio che da sempre caratterizza l’impostazione di Solidarietà Veneto per quanto riguarda gli investimenti: una strategia improntata al contenimento della variabilità, grazie anche ad una forte diversificazione degli strumenti finanziari selezionati.
Garantito Tfr
Le aspettative disattese sulla nuova tranche di quantitative easing da parte della BCE hanno contribuito al risultato negativo (- 0,44%) di dicembre. Il Garantito TFR chiude peraltro il 2015 con un +2,68% netto decisamente positivo (benchmark +0,98%) specialmente alla luce del fatto che si tratta di un Comparto dedicato a chi vuole minimizzare il rischio.
Il rendimento supera decisamente quello del benchmark ma, soprattutto, supera la rivalutazione del TFR “in azienda” (+1,25%), vero e proprio parametro di confronto per il Garantito TFR.
Ricordiamo che chi sceglie il Comparto può contare di una significativa garanzia, (restituzione del capitale e di un rendimento minimo, almeno pari alla rivalutazione del TFR in azienda). Una condizione molto preziosa, specialmente alla luce della volatilità dei mercati, e sulla quale gli aderenti potranno contare almeno fino alla scadenza della convenzione con Cattolica Assicurazioni (fine 2019).
Prudente
Anche il Prudente risente della delusione delle aspettative rispetto alle decisioni della BCE; oltre a questo pesa la debolezza dei mercati azionari. Con il -1,19% di dicembre, il Comparto chiude l’anno a +1,67% netto (anche in questo caso il risultato è superiore alla rivalutazione del TFR “in azienda”: +1,25%). Come già evidenziato a novembre si tratta di un risultato inferiore al benchmark di riferimento (+2,21%).
Il confronto con il benchmark, lo ricordiamo, ci aiuta a “misurare” l’efficacia dell’attività di gestione. Dall’analisi dei dati emerge, in questo caso, che tale risultato è riconducibile alla performance non del tutto soddisfacente del gestore Groupama nella seconda metà dell’anno (Unipol ha invece superato il benchmark).
A dicembre il Gestore francese ha segnato peraltro un significativo recupero (+0,55% più del benchmark), non sufficiente però a riportare il risultato finale sopra il parametro di riferimento.
Reddito
Il peso della componente azionaria (mediamente 25%) determina, nel mese di dicembre, un risultato negativo (-1,78%) che trova origine nelle motivazioni indicate in premessa. È però buono, ed in linea con le aspettative, il risultato dell’intero anno: +3,31% netto (benchmark +3,43%). Da osservare che tutti i gestori impegnati nella gestione hanno ottenuto un risultato pari o superiore al benchmark di riferimento.
La differenza fra rendimento netto del valore quota e rendimento nettizzato del benchmark sopra riportati dipende infatti dall’impatto dell’imposta sostitutiva (vedi approfondimento a fondo pagina).
Dinamico
il comparto destinato ai più giovani registra a dicembre una flessione importante (-2,40%). In prima battuta pesano, naturalmente, le criticità registrate sui mercati finanziari riguardo alla componente azionaria, mediamente pari al 50% del patrimonio del Comparto.
L’anno si chiude in ogni caso con risultato, +3,78% netto, certamente buono, soprattutto se relazionato con il fatto che segue ad altri tre anni marcatamente positivi: il rendimento netto medio del comparto nell’ultimo quadriennio sfiora infatti l’8% annuo.
Una rivalutazione che ha consentito senz’altro a chi ha scelto a suo tempo di investire nel Dinamico, l’accumulo di una “scorta di valore” abbondante, decisamente utile alla luce delle difficoltà che sembra potranno presentarsi nei prossimi mesi. Spendiamo anche in questo caso due parole rispetto al gestore principale del comparto, Pioneer, a cui sono affidate circa il 95% delle risorse del Comparto.
Per undici mesi il risultato registrato è stato superiore al benchmark, con un picco positivo a luglio. A dicembre la situazione si è ribaltata e, evidentemente, il gestore non ha saputo interpretare nel migliore dei modi la volatilità dell’ultimo mese, tanto che il risultato, pur abbondantemente positivo, risulta essere, alla fine della anno, inferiore al benchmark di riferimento.
Approfondiamo: il benchmark
Come già segnalato nei precedenti approfondimenti mensili, con l’applicazione del regime di tassazione dei rendimenti introdotto dalla legge di stabilità dello scorso anno, a gennaio 2015 (in base a quanto previsto da Covip) è stato prelevato dal patrimonio dei comparti l’ammontare necessario a pagare l’incremento di imposta sostitutiva del 2014 (che ricordiamo prevede un aliquota variabile 12,5% – 20% in relazione alla tipologia di investimenti). L’inserimento di questo costo riduce i rendimenti netti dei comparti (in modo particolare per ciò che riguarda il Reddito ed il Dinamico).
Fermo restando che i rendimenti reali maturati dai comparti sono quelli riportati nell’articolo, si riporta di seguito una breve sintesi dei risultati che teoricamente avremmo se la nuova normativa fosse entrata in vigore a far data dal 2015. In questo modo possiamo valutare con più precisione l’operato dei gestori in confronto con il benchmark. In aggiunta a quanto già indicato nell’analisi dei singoli comparti, evidenziamo che il gestore Finanziaria Internazionale (operante sui Comparti Prudente, Reddito e Dinamico) ha ottenuto nel 2015 in tutti e tre i Comparti un risultato superiore al proprio benchmark di riferimento.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE
I RENDIMENTI DI NOVEMBRE
2016: AUMENTA L’ETÀ PER ACCEDERE ALLA PENSIONE
MERCATI FINANZIARI: IL PUNTO CON IL DIRETTORE
SOLIDARIETÀ VENETO: AVANTI CON GLI INVESTIMENTI TERRITORIALI
INVESTIMENTO NELLE PMI: PRIMA VOLTA PER UN FONDO PENSIONE