Dopo le proposte di Cesare Damiano e di Tito Boeri, arrivano le dichiarazioni dell’autrice dell’ultima riforma del sistema pensionistico italiano, Elsa Fornero.
Mentre l’ex Ministro Fornero concorda sull’introduzione di un sistema più flessibile, Cesare Damiano incalza il Governo, chiedendo una proposta concreta di riforma.
Sullo sfondo l’attuale Ministro del Lavoro, Poletti, che sottolinea che le cifre da stanziare non sono molte perché «non si può costruire altro debito e scaricare nuovi pesi sulle future generazioni».
Il cantiere previdenziale, dato più volte per chiuso, è invece più aperto che mai.
Fornero: ok alla flessibilità. Damiano: fuori le proposte
L’ex Ministro, ha aperto alla possibilità di concedere una maggiore flessibilità in uscita, applicando delle penalizzazioni, che potrebbero essere meno consistenti per categorie come i “precoci”.
Secondo Fornero, l’emergenza nella quale si decise la riforma della previdenza nel 2011 può considerarsi «quasi del tutto superata». È quindi possibile introdurre un po’ di flessibilità, ma gli interventi dovranno essere «molto ponderati».
«L’uscita dal lavoro in anticipo rispetto all’età di vecchiaia – ipotizza la Professoressa – potrebbe costare al lavoratore il 3-3,5% per ogni anno di anticipo. Una soluzione non neutrale per la finanza pubblica, ma meno costosa delle ipotesi circolate finora, ad esclusione del ricalcolo contributivo dell’intero assegno».
Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro, riprende le dichiarazioni della Fornero e sollecita il Governo: «Anche l’ex ministro adesso sostiene che la sua riforma si può correggere»
«Visto che anche Renzi e Poletti sono d’accordo che si introduca un criterio di flessibilità nel sistema previdenziale – ha proseguito Damiano – aspettiamo la proposta del Governo».
Damiano ha poi incalzato: «Centinaia di migliaia di lavoratori stanno aspettando questa soluzione: il Governo faccia la cosa giusta e apra un confronto vero ed approfondito con la Commissione Lavoro».
Il piano del Governo e le proposte di Boeri
Governo che, a causa dei costi troppo elevati (tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, secondo i calcoli presentati dall’Inps), sembra aver già archiviato la proposta Damiano – Baretta (2% di taglio per ogni anno di anticipo con un limite dell’8%) e l’ipotesi ”quota 100” tra età e contributi per i costi che potrebbero avere.
Per il capitolo previdenza, infatti, Palazzo Chigi non vorrebbe stanziare cifre elevate (si parla di 1 miliardo di euro).
Sul tavolo rimangono ancora le proposte avanzate dal Presidente Inps Tito Boeri, tra cui anche l’estensione dell’opzione donna, ovvero alla possibilità di andare in pensione in anticipo rispetto all’età di vecchiaia utilizzando il sistema contributivo. Su quest’ultima proposta, l’ex Ministro Fornero è critica: «È falsa flessibilità».
Ottobre, data della prossima legge di stabilità che dovrebbe contenere la Riforma, si avvicina; la discussione entra nel vivo.
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