Escluso il provvedimento ad hoc di cui si era parlato nei mesi scorsi, per la flessibilità tutto rinviato.
«Come già detto dal Premier – conferma Nannicini in un’intervista a margine di un convegno dell’Istat – i tempi non erano ancora maturi in questa legge di stabilità, ma il tema resta e il governo intende affrontarlo se il quadro di finanza pubblica lo consentirà».
Secondo Palazzo Chigi, infatti, la flessibilità in uscita sulle pensioni costa. L’impatto sulle casse dello Stato stimato dal Governo va dai 5 ai 7 miliardi annui per diversi anni.
«Le discussioni sulla flessibilità in uscita sono slittate alla prossima legge di Stabilità non per mancanza di volontà ma per l’impatto dei costi sui conti pubblici» è la conferma di Nannicini
Da qui, dichiara il sottosegretario, la necessità di introdurre sistemi di “penalizzazione” per chi decide di ritirarsi prima dal mercato del lavoro: «questo va fatto in un’ottica di equilibrio nel rapporto tra le generazioni per evitare problemi di cassa che ci impongono di presentarci alla Ue dicendo che prevediamo delle penalizzazioni».
Dichiarazioni che si aggiungono alle recenti esternazioni del Presidente Inps Boeri. I sindacati chiedono un intervento immediato, mentre il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano apprezza le parole del sottosegretario: il 2016 sarà, come annunciato a più riprese, l’anno della flessibilità?
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