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E se fosse ancora Lehman Brothers? Fondi pensione europei alla sfida degli “stress test”

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Negli ultimi anni, soprattutto in ambito bancario, si è spesso sentito parlare di stress test: simulazioni messe in atto dalle autorità di vigilanza, per verificare la tenuta di un determinato sistema, di fronte ad uno scenario più o meno sfavorevole. Lo scorso mese di dicembre sono stati pubblicati i risultati della verifica condotta dall’EIOPA massima autorità europea in materia di previdenza, che ha misurato la robustezza di 195 fondi pensione europei di fronte alla caduta dei prezzi degli asset finanziari e, contemporaneamente, da una perdurante situazione con bassi tassi di interesse (i risultati completi su: www.eiopa.europa.eu).

Sono stati oggetto di verifica sia i fondi a “prestazione definita” (130 casi) sia in quelli a “contribuzione definita” (65 casi). Nei primi la prestazione pensionistica è stabilita a priori, a prescindere dai risultati finanziari, mentre il versamento delle contribuzioni potrebbe variare in modo da restare commisurato all’obiettivo. Nei secondi, al contrario, la prestazione finale dipende sia dai contributi versati, sia dai risultati della gestione finanziaria. Modelli diversi ed effetti diversi: vediamo perché.

I fondi a prestazione definita: promesse difficili da mantenere



EIOPA evidenzia innanzitutto che i sistemi a prestazione definita o ibridi hanno, in media, risorse insufficienti per far fronte ai loro impegni, sia nello scenario di base (situazione di fine 2016) che in quello avverso (tassi bassi e calo mercati). Si ipotizzano, rispettivamente, carenze per 349/702 miliardi di euro.

Somme che andrebbero a ridurre la misura delle prestazioni promesse. EIOPA spiega che in alcuni casi (poco più del 25%) sarebbe previsto l’intervento di “garanti” (sponsor esterni, pensiamo ad esempio ai fondi promossi dagli istituti bancari). Questo però scaricherebbe il costo su un diverso soggetto, con evidenti impatti sull’economia reale del nostro continente.

I fondi a contribuzione definitiva: come proteggere il valore



Riguardo ai fondi a “contribuzione definita” (i fondi pensione contrattuali italiani rientrano in questa categoria), a fronte di uno scenario avverso, EIOPA ipotizza un contraccolpo medio del 15% sugli investimenti e, conseguentemente, sulle prestazioni. Come contestualizzare questi risultati nella realtà dei nostri associati? Negli ultimi mesi stiamo assistendo ad un incremento della propensione al rischio da parte di molti lavoratori iscritti a Solidarietà Veneto, spesso ammaliati dai positivi risultati dei mercati azionari.

I nostri uffici rispondono seguendo l’impostazione strategica del Fondo, da sempre focalizzata sulla cautela e sulla protezione del risparmio. L’ultima revisione della politica di investimento (2015), con il contenimento dell’esposizione azionaria, la forte diversificazione, la pianificazione del piano previdenziale, puntava proprio a tutelare gli associati dagli effetti derivanti da uno scenario simile a quello ipotizzato nei recenti “stress test”.

Alla luce dell’attuale situazione dei mercati, unita ai risultati dello stress test, pensiamo che tale impostazione possa costituire un valore per gli iscritti a Solidarietà Veneto. Anche perché, nonostante l’ottimismo, c’è ancora chi chiede, a ragione, “e se ricapitasse un altro caso “torri gemelle”?”

La sostenibilità dei sistemi pubblici (a ripartizione)



Non sono esenti da rischio neppure i sistemi di previdenza pubblica. Non parliamo tanto di rischio finanziario (se non indirettamente) ma demografico e, conseguentemente, politico. Ma questo tema, delicato ed attualissimo, merita un approfondimento ad hoc.

Quindi, come evitare lo “stress”?



Allora, che fare? Meglio un fondo pensione o meglio la pensione pubblica? Purtroppo, non disponiamo di un “porto sicuro”, resistente a qualsiasi avversità: ogni sistema è soggetto a dei rischi ed è illusorio immaginare che non sia così. In sostanza, il rischio è ineludibile.

L’approccio per affrontare al meglio il proprio percorso previdenziale è quello che suggeriamo da sempre:

1. pianificazione rispetto agli obiettivi futuri
2. coerenza dell’investimento con la propria situazione personale
3. diversificazione degli strumenti.

Vuoi saperne di più e alleviare lo “stress” previdenziale?
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