Il futuro: buon senso nell’incertezza
Il bilancio del decennio, per chi ha scelto il Dinamico, è quindi senz’altro positivo.
Ma ora?
I risultati di questi anni sono l’esito di una combinazione di effetti positivi. Fra questi mettiamo in evidenza il ribasso dei tassi (che si è tradotto in rendimenti positivi per la componente obbligazionaria del portafoglio) e la ripresa dei mercati azionari.
Questi asset, che sono le due “gambe” sulle quali si è retta la strategia del Comparto negli anni passati, sono reputati da molti analisti, allo stato attuale, sopravvalutati, premessa per una riduzione futura del loro valore.
Non abbiamo la bacchetta magica, e non sappiamo giudicare quanto questa affermazione possa vera. Molto complicato, inoltre, individuare i tempi e la misura di un eventuale futura crisi dei mercati. È peraltro forse inutile continuare ad arrovellarsi attorno a tale tematica: più serio fare qualche ragionamento di buon senso. Ne proponiamo 3.
L’ambizioso cinquantenne
Ha superato da un po’ l’età consigliabile per stare nel Dinamico e, al contempo, sta maturando un rendimento medio “che supera il 6% netto annuo (come quello rappresentato nell’analisi del decennio), forse è il caso che valuti con attenzione uno switch (cambio comparto) verso il “Reddito”. L’operazione, se i mercati dovessero salire ancora, causerebbe la rinuncia ad un ulteriore guadagno; un peccato… ma dovremmo sempre ricordare che il Fondo Pensione è uno strumento di carattere previdenziale, non di speculazione stretta. Peggio sarebbe invece se i mercati scendessero (magari in modo repentino ed inatteso) “bruciando” gli utili faticosamente maturati nel corso degli anni.
Lo stratega quarantenne
Iscritto fin dalla prima assunzione (a vent’anni): vuole conservare il capitale e l’abbondante “guadagno” maturato, ma si sente (a ragione) ancora troppo giovane per cambiare comparto. Per lui si potrebbe valutare l’opzione multiprodotto. Il montante maturato in 20 anni di accumulo e rendimento potrebbe attestarsi, per esempio, sui 60.000 Euro: perché non difenderlo posizionandolo in un comparto avente un profilo di rischio più cauto e, contemporaneamente, decidere di continuare a versare i futuri contributi nel Dinamico? “Difesa” per il passato e “attacco” per il futuro, una combinazione sofisticata ma, se ben compresa, probabilmente efficace.
Lo scettico trentenne
Giovane ma prudente: aveva scelto nel 2007 il Comparto Garantito TFR perché, “intanto voglio capire”. Oggi, dopo otto anni di contatto e conoscenza con il Fondo, ritiene accettabile la volatilità del Dinamico quale contropartita di un maggiore rendimento, inizia così a versare i contributi nel “comparto dei giovani”; non ha perso però la sua base di avversione al rischio e decide quindi, in contemporanea, di mantenere nel Garantito TFR il montante fino ad oggi maturato. Un caso non infrequente, che può somiglia a quello di chi, nel corso degli ultimi mesi, ha deciso di cambiare Fondo trasferendo il montante maturato in qualche polizza, che si è rivelata un po’ troppo costosa e non remunerativa come a suo tempo promesso…
Per quel che riguarda invece la futura impostazione del Comparto che meglio ha performato in questi dieci anni va evidenziato che, proprio in queste settimane, ha preso avvio la revisione della cosiddetta “asset allocation strategica”, cioè dell’assetto degli investimenti progettato dal Fondo per (almeno) i prossimi tre anni.
Il tema cardine sarà senz’altro quello della diversificazione. Certamente non un tema nuovo, visto che è stato il baricentro su qui ha ruotato la strategia del Fondo fin dall’avvio della gestione finanziaria.
Il tema dell’investimento nelle aziende non quotate è ormai un fatto acquisito. Ve ne sono altri in fase di analisi (la diversificazione valutaria, i mercati emergenti, le infrastrutture, e così via…): nei prossimi mesi non mancheremo di riportare, attraverso le nostre news ogni aggiornamento, nell’auspicio, naturalmente, che i prossimi dieci anni del Dinamico siano all’altezza di quelli appena trascorsi.
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