Una scelta consapevole
Si evidenziavano, nella prima puntata, i brillanti risultati del “Dinamico” nel decennio. Si potrebbe obiettare che quanto rilevato interessa una platea limitata di aderenti: le statistiche ci dicono infatti che strumenti a struttura analoga non sempre hanno avuto successo (in termini di partecipazione).
Non è così però per Solidarietà Veneto dove, invece, forse anche grazie all’opzione multiprodotto (possibilità di articolare l’investimento su più comparti contemporaneamente), circa 1 aderente su 6 sceglie il Dinamico. Un risultato nel quale si sintetizzano maturità e consapevolezza.
Gestori, patrimoni, benchmark e volatilità
Proprio in questi giorni, compie 10 anni pure la partnership con il gestore Pioneer , a cui le risorse (allora 15 milioni) furono affidate il 21 luglio del 2005. Pioneer, nel decennio, ha maturato complessivamente un rendimento abbondantemente superiore al benchmark (di un 9% circa): un risultato apprezzato e che si auspica possa essere confermato anche in futuro.
Anche grazie alla rivalutazione degli asset, oggi il valore del patrimonio del comparto supera i 130 milioni di Euro. Dal gennaio del 2013 si è affiancato nella gestione Finanziaria internazionale (mandato obbligazionario a focus geografico): l’inserimento del gestore di Conegliano (TV) ha come scopo principale quello della diversificazione e, di riflesso, del contenimento della cosiddetta volatilità, un importante indicatore che ci da la dimensione del “rischio” percepito dall’iscritto riguardo al Comparto.
Grazie anche al contributo di Fin. Int., la volatilità media registrata nel decennio (dato al 31/12/2014) è pari al 5,24%. Il dato ci dice di quanto mediamente il rendimento si scosta dalla media, dunque quanto più elevata è la volatilità, tanto maggiori sono state le oscillazioni del valore quota. Una elevata volatilità rappresenta una probabilità maggiore che il rendimento del comparto, al momento dell’uscita (liquidazione – “vendita” delle quote) sia inferiore alle attese. Ecco perché il dato è di particolare interesse.
A tal proposito spesso evidenziamo come il Dinamico di Solidarietà Veneto sia un Comparto “sui generis”, tanto che qualcuno lo definisce “con i piedi di piombo”: una affermazione che trova conferma nei numeri. Taluni concorrenti offrono infatti al medesimo bacino di potenziali aderenti (lavoratori neo assunti o giovani) prodotti che hanno profili di rischio ben più elevati, con livelli di volatilità anche doppi o tripli.
Un dato sul quale ci pare non ci si soffermi abbastanza, anche perché, molto spesso, questi prodotti, caratterizzati da una maggiore presenza di titoli azionari, presentano dei costi molto più alti di quelli del Dinamico (ISC a 35 anni: 0,24%).
Sul sito della Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) è possibile confrontare rendimenti e costi di tutti i Fondi Pensione italiani: un ottimo servizio, che diventerebbe ancor più completo se si aggiungere il confronto sui livelli di volatilità degli stessi strumenti. Un colpo d’occhio sul rischio che, stante la complessità degli scenari, crediamo potrebbe essere molto utile.
Qualche confronto
Cominciamo dalla rivalutazione del TFR: il Dinamico, con il suo +59,6% netto, “doppia” il TFR che si ferma a +27,09% netto (2,43% su base annua). Sarebbe anche ingenuo non considerare il fatto che si tratta di due investimenti diametralmente opposti (soprattutto in termini di rischiosità). Il confronto ci pare utile proprio per evidenziare quale possa essere il contributo (in termini di maggior rendimento) di un investimento diversificato, rispetto a quello erogato per legge dallo stato (o dalle aziende, se con meno di 50 dipendenti).
Un altro confronto per i non amanti del rischio potremmo farlo con i titoli di stato italiani. Immaginando di aver investito, dal 2005 ad oggi, con frequenza simile a quella realizzatasi nel Dinamico, in un paniere di titoli di stato, possiamo stimare di aver maturato un rendimento netto attorno al 38% (elaborazione da “Rendistato” del periodo). Ben distante dal TFR, ma tutto sommato non male.
Resta da chiedersi se davvero sia corretto considerare “privo di rischio” l’investimento in titoli di stato di un paese che, purtroppo, vanta oggi un rating “BBB-/Baa2”. Un confronto con l’attività “free risk” sarebbe forse più congruo se mettessimo sul piatto della bilancia il rendimento dei titoli di stato tedeschi; il risultato tuttavia, stante il basso livello dei rendimenti dei bund, sarebbe molto deludente per l’investitore iperprudente.
A questo punto, dopo aver ripercorso il passato delle “crisi”, e ridisegnato il presente “dei numeri”, non ci resta che condividere il futuro.
Ci dedicheremo una particolare attenzione: perché, come si dice, “è lì che dobbiamo passare il resto della nostra vita” e perché, in Solidarietà Veneto, Futuro fa rima con Pianificazione e Strategia. Ma per questo attendiamo la prossima puntata…
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