Il 30 aprile scorso, in apertura dei lavori dell’Assemblea di Solidarietà Veneto, si è tenuto il convegno “La previdenza nel deserto dei tassi a zero”. Il risparmiatore, oggi, si trova di fronte a difficoltà che in passato non ha avuto: i tassi a zero. Quali soluzioni per sopravvivere in questo deserto che non conoscevamo?
Tre relatori prestigiosi hanno risposto a questa domanda e indicato quali sono gli strumenti per ridisegnare la strategia della previdenza: pianificazione, diversificazione e rendita. Ecco cosa ci hanno detto:
Nella costruzione del “kit di sopravvivenza”necessario ad affrontare efficacemente l’attuale si inserisce innanzitutto la pianificazione. Il viaggiatore responsabile, infatti, individua la meta, programma il percorso e sceglie i mezzi idonei a raggiungerla: con l’avvento della busta arancione un atteggiamento indispensabile per chi vuole fare previdenza.
«C’è un forte bisogno di pianificazione. Per il lavoratore, oggi, è fondamentale individuare il tenore di vita desiderato, valutare attentamente la copertura della pensione pubblica e, in base a questo, quantificare le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi desiderati», ha spiegato il Dott. Giuseppe Romano, Direttore Ufficio Studi Consultique SpA, nel suo intervento.
Riguardo ai mezzi, ecco il dilemma del risparmiatore di oggi: non potendo contare più sul free risk, come ottenere rendimenti (contenendo il rischio)? Con la diversificazione e, per i fondi pensione in particolare, approcciandosi al mondo del private equity.
«Encomiabile l’esperienza avviata da Solidarietà Veneto nell’ambito della diversificazione della componente equity. – è stato il commento del Prof. Fabio Lorenzo Sattin, Presidente Private Equity Partners SGR e Professore a contratto Senior Università Bocconi di Milano – È corretto che una parte dell’investimento del fondo, gestita con professionalità, venga riversata nelle società del territorio perché produce sviluppo e quindi garanzie anche per il futuro».
E mentre Solidarietà Veneto esplora la via dell’economia reale, chi si avvicina al traguardo previdenziale manifesta inattesa curiosità per la rendita, come strumento per dribblare l’attuare scenario, dilazionando i flussi di cassa.
«Gestire la rendita con il “fai da te” e senza l’ausilio del fondo pensione presenta dei pericoli molto gravi – ha ricordato Dott. Paolo Pellegrini, Vicedirettore generale Mefop SpA – Con la previdenza complementare del domani, soprattutto per i giovani, la rendita è un qualcosa di cui non si potrà fare a meno».