Il fondo pensione negoziale è il fondo che nasce dalla contrattazione collettiva, quindi da un accordo collettivo tra le parti che rappresentano lavoratori ed aziende.
L’accordo che istituisce il fondo pensione negoziale può essere nazionale (il CCNL), aziendale oppure, come per Solidarietà Veneto, può avere natura territoriale.
Il fondo pensione negoziale (spesso chiamato anche contrattuale o chiuso) nasce senza scopo di lucro: l’unico scopo è quello di garantire ai propri associati una pensione complementare a quella erogata dall’INPS.
I fondi pensione negoziali sono enti giuridicamente autonomi, distinti dai soggetti promotori (lavoratori e datori di lavoro). Sul sito della Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), è possibile consultare l’elenco completo dei fondi negoziali attualmente autorizzati a raccogliere adesioni.
A seconda dell’ambito di adesione, possono essere distinti in:
- fondi aziendali: istituiti per singola azienda o gruppi di aziende;
- fondi di categoria: istituiti per categorie di lavoratori o comparto di riferimento;
- fondi territoriali: istituiti per raggruppamenti territoriali. In Italia i fondi pensione territoriali sono tre, due che operano in regioni a statuto speciale (Laborfonds in Trentino Alto Adige e Fopadiva, in Valle d’Aosta) e uno che opera in una regione a statuto ordinario (Solidarietà Veneto, in Veneto).
È la contrattazione stessa, poi, a definire le modalità di contribuzione (cioè “quanto” si versa). Tutti i contratti di lavoro (o gli accordi di secondo livello) contengono le indicazioni sull’ammontare del contributo del lavoratore e quello a carico azienda (attualmente previsto solo nel caso di adesione al fondo negoziale).
Il fondo pensione, quindi, non è parte attiva nello stabilire i livelli di contribuzione; ”subisce” le previsioni del contratto nazionale o di eventuali accordi di secondo livello (come quelli aziendali).
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