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BILANCIO RECORD E CRISI UCRAINA AL CENTRO DELLA 45° ASSEMBLEA DI SOLIDARIETA’ VENETO

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Dopo due anni, sono tornati a incontrarsi in “presenza” i duecento delegati componenti l’Assemblea del fondo pensione regionale, riuniti per approvare il Bilancio 2021 e affrontare le complessità dello scenario attuale, fortemente influenzato dal conflitto in Ucraina.

Il 2021 è stato forse il miglior esercizio nei 32 anni di attività del Fondo: gli associati crescono del 8,33% rispetto al 2020 (superati i 120.000 iscritti). Grazie al flusso contributivo (220 milioni) ed i buoni rendimenti, il patrimonio giunge inoltre alla soglia dei 2 miliardi (1,86 mld € al 31/12), il doppio rispetto al 2015.

La crescita degli asset (+13,23%), supera largamente il + 7,4% della previdenza complementare nel suo complesso ed il + 8,2% dei soli fondi negoziali, in un quadro che si conferma decisamente positivo, come per gli ultimi anni (Dati Covip). Circa la metà dei nuovi iscritti ha un’età media di poco superiore ai 30 anni, a conferma di una crescente diffusione della cultura previdenziale tra i più giovani.

MERCATI E RENDIMENTI. Dopo i “record”, ora razionalità e strategia per fronteggiare la crisi internazionale

L’Assemblea ha poi analizzato i risultati finanziari del 2021 che ha chiuso l’anno con rendimenti pari o superiori alle aspettative su tutti i comparti e con il “Dinamico” che sfiora la “doppia cifra”.

Dopo l’approvazione del bilancio i duecento delegati hanno approvato alcune modifiche statutarie e approfondito la situazione dei mercati finanziari, valutando le prospettive di sviluppo del Fondo.

«La geopolitica commenta il Presidente di Solidarietà Veneto Domenico Noviello – non è il nostro “mestiere”, ma non per questo possiamo esimerci da un commento in questa difficile congiuntura. Anzitutto dobbiamo esprimere la nostra vicinanza alle popolazioni coinvolte, dopodiché – lasciando ogni approfondimento agli specialisti – siamo consapevoli che di fronte al protrarsi del conflitto dobbiamo attenderci settimane di volatilità sui mercati azionari. Nel 2021 ci siamo dedicati all’innovazione dei processi gestionali: uno sforzo che ci aiuterà ad attraversare i mesi difficili che ci si prospettano».

I mercati, oltre al conflitto, stanno soffrendo anche il rialzo dei tassi di interesse, che colpisce soprattutto le forme di risparmio dedicate al “breve termine”. Si può quindi comprendere il crescente apprezzamento per i fondi pensione negoziali, focalizzati sul lungo periodo, e protetti da fiscalità agevolata, bassi costi e dalla contribuzione aggiuntiva prevista dai contratti di lavoro.

Solidarietà Veneto, in particolare, nel primo quadrimestre 2022 registra circa 2.700 adesioni (+3% rispetto allo stesso periodo del 2021) e contribuzioni per 108 milioni (+10,7%). Prende dunque piede un approccio “costruttivo” per l’investitore previdenziale: la prospettiva, fatta di “cedole” più pesanti rispetto al passato recente, potrebbe gradualmente ricostruire quell’appetibilità che era venuta a mancare nel cosiddetto “deserto dei tassi a zero”, causato negli ultimi anni dal quantitative easing.

«Il rialzo dei tassi sta impattando sul valore dei titoli obbligazionari e, conseguentemente, sulle forme di risparmio che colleghiamo ai concetti di rischio ridotto, cautela e prudenza. Una situazione controintuitiva, nella quale chi si sofferma sulla visione di breve periodo potrebbe cedere all’emotività, prendendo scelte finanziariamente avventate e potenzialmente dannose. Per chi invece ha la capacità di guardare “oltre”, si apre una visione prospetticamente molto interessante» – conclude il Direttore di Solidarietà Veneto, Paolo Stefan.

NUOVE PROSPETTIVE. Al centro, giovani e territorio.

Si è parlato poi di giovani e lavoro.

Il Covid ci restituisce infatti una percezione del mondo del lavoro, dei modelli di vita, della famiglia in fase di profondo mutamento. Perde di significato la contrapposizione fra il “sacrificio” del lavoro e la pensione “liberatoria” ed anche la previdenza è chiamata all’appello della “flessibilità”, da realizzare per mezzo dei fondi pensione.

L’“inverno demografico”, che si affianca in Veneto all’emigrazione dei giovani “talenti”, impegna tutti a rendere più attrattivo il territorio. Anche il Fondo regionale potrebbe contribuire all’obiettivo: perché allora non mettere “a sistema” uno strumento che ha raccolto nel tempo tanto apprezzamento? Valorizzando uno dei punti di forza dei fondi territoriali: quella multicategorialità che, tuttavia, ad oggi non si estende a settori importanti come il commercio, i servizi, le cooperative ed i trasporti.

Senza scordarci del pubblico impiego. Una distinzione talvolta incomprensibile proprio per i più giovani. «Immaginiamo ha concluso il presidente Noviello un Fondo che sia pienamente regionale, in coerenza con l’obiettivo che 32 anni fa i precursori avevano già individuato: la serenità previdenziale di tutti i veneti, non solo di alcuni».

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