La flessibilità in uscita si conferma “tema del giorno”. Dopo le dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Nannicini, tocca a Pierpaolo Baretta.
In un’intervista a “Il Sole 24 Ore”, il sottosegretario all’economia ha riconosciuto che la Riforma Fornero, nonostante abbia consentito un «passo in avanti per stabilità dei conti», ha introdotto «una eccessiva rigidità in uscita dal mondo del lavoro».
Di conseguenza, l’introduzione della flessibilità in uscita «può consentire di mantenere l’impianto della Fornero, ma anche una maggiore agibilità per chi sta arrivando alla pensione», sostiene Baretta.
«Palazzo Chigi non è contrario, ma evidenziato alcune criticità – ha proseguito – Per questo è necessario lavorare da qui alla prossima Stabilità per risolvere anche i problemi di copertura finanziaria. La loro valutazione dipende dal tipo di soluzione che si adotterà».
Sul tema “costi” del provvedimento interviene anche Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera: «la nostra proposta di uscita anticipata di massimo 4 anni, con una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo, ha un costo che può essere coperto nei 20 anni successivi ai 66 anni, quando l’assegno sarà più basso».
Alla domanda se il 2016 sarà l’anno buono per la flessibilità, Baretta ha risposto così: «me lo auguro, anche perché se ne sente il bisogno anche dal punto di vista industriale, per agevolare il ricambio generazionale».
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