Nel prossimo futuro il ruolo delle banche nello sviluppo dell’economia, e in modo particolare delle PMI, tenderà a ridimensionarsi.
Lo ha dichiarato, lo scorso 26 maggio, il Governatore Visco: «la revisione degli standard prudenziali internazionali (Basilea, ndr), comporterà una riduzione della capacità delle banche di assumere rischi, con l’erogazione di prestiti che diverrà più selettiva».
L’eredità lasciata dal lungo periodo di recessione pesa ancora sui bilanci delle banche: «alla fine del 2014 la consistenza delle sofferenze è arrivata a sfiorare 200 miliardi, il 10% del complesso dei crediti». Prima della crisi, l’incidenza delle parti deteriorate «era nel complesso del 6%», ha detto il Governatore di Bankitalia.
Allora, chi finanzierà lo sviluppo delle imprese?
La risposta del numero uno di via Nazionale è chiara: «andrà stimolato lo sviluppo di forme alternative di finanziamento, necessarie per evitare una carenza di risorse per l’economia reale, da promuovere in un quadro regolamentare ben definito».
Come già accaduto in altri Paesi europei, anche in Italia il processo di intermediazione, secondo il Governatore, dovrà essere trasferito dalle banche ai mercati.
Italia: ripresa ad ostacoli
La ripresa c’è, sostiene il Governatore, e dovrebbe consolidarsi nel prossimo futuro.
I dati Ocse sono confortanti: i primi tre mesi del 2015 hanno registrato il risultato migliore da due anni a questa parte. Anche nella spesa delle famiglie prosegue il trend positivo, soprattutto per beni durevoli.
Una ripresa, però, che rischia di essere rallentata da elementi che caratterizzano lo scenario interno al nostro Paese. «Rispetto ad altri grandi paesi – ha sottolineato il Governatore di Bankitalia – in Italia le imprese faticano a espandersi».
Ostacoli alla loro crescita sono: complessità normativa, scarsa efficienza delle amministrazioni pubbliche, ritardi della giustizia, carenze nel sistema dell’istruzione e della formazione. «Gli stessi ostacoli frenano il rinnovamento e la crescita dimensionale delle nostre imprese e scoraggiano ancora gli investimenti diretti in Italia».
Tassi bassi e questione greca
L’avvio del quantitative easing di Mario Draghi, con il conseguente abbassamento dei tassi, ci ha portato in un «territorio in parte inesplorato» generando anche alcuni timori.
Visco ha rassicurato: «non vi sono finora segnali che i bassi tassi di interesse stiano determinando l’insorgere di squilibri generalizzati».
Nello scenario internazionale aleggia anche lo spettro della crisi greca: «le difficoltà delle autorità greche nella definizione e nell’attuazione delle necessarie riforme e l’incertezza sull’esito delle prolungate trattative con le istituzioni europee e con il Fondo monetario internazionale, alimentano tensioni gravi, potenzialmente destabilizzanti»
Pensioni e finanza pubblica
Infine, nelle sue considerazioni, il numero uno di Via Nazionale si sofferma anche sul peso del sistema pensionistico sul bilancio dello Stato: «grazie agli interventi di riforma del sistema pensionistico pubblico, più che in altri paesi europei, la sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica può essere garantita»
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