Luglio, mese di cambiamenti! Abbiamo già avuto modo di presentare le novità introdotte nei comparti a partire dal mese di luglio. Oggi, con il direttore di Solidarietà Veneto, Paolo Stefan, approfondiamo sviluppi e prospettive della nuova strategia di investimento del Fondo. Così da poter capire che… il futuro è già qui.
Direttore, avete deliberato di procedere alla selezione di uno o più soggetti al quale affidare la gestione di una quota delle risorse dei comparti Prudente e Reddito. Come si è concluso il processo di selezione? Con i nuovi gestori avete anche modificato l’asset allocation?
In realtà il cambio dei gestori è soltanto un tassello nell’ambito del più ampio lavoro di rivisitazione della struttura degli investimenti, conseguente alle decisioni prese lo scorso anno dal Cda in fase di rinnovo del Documento sulle Politiche di Investimento. L’aspetto centrale di tale operazione riguarda effettivamente l’aggiornamento dell’asset allocation strategica dei comparti non supportati da garanzia di rendimento.
Alla luce dei cambiamenti apportati, si è reso necessario sondare il mercato per valutare i soggetti interessati a gestire una parte del patrimonio dei comparti Reddito e Prudente con il nuovo benchmark. Si è dunque deciso di terminare la collaborazione con Candriam e Mediobanca: dal 1° luglio, nel comparto Prudente, è quindi attivo Eurizon: nuovo gestore in affiancamento ad Unipol mentre, nel comparto Reddito, Groupama si aggiunge ad Arca e a Generali.
Investimenti diretti in economia reale. In che modo e in quali comparti effettuate investimenti diretti in economia reale? Siete soddisfatti dei rendimenti ottenuti?
Solidarietà Veneto ha sviluppato l’investimento in economia reale attraverso il Private equity e il Private debt, due forme di investimento molto diverse, che vanno valutate distintamente. L’investimento in private debt (obbligazioni emesse dalle PMI) avviato nel 2013, e dunque più longevo, ci consente di delineare un bilancio più accurato: la gestione, da sempre affidata a Finanziaria internazionale, si riferisce al 5% delle risorse dei comparti Prudente, Reddito e Dinamico per un valore complessivo superiore ai 50 milioni. I rendimenti realizzati sono in linea con le aspettative, ma giungono con ‘ritmiche’ decorrelate rispetto a quelle del portafoglio tradizionale, generando una complessiva compressione della volatilità.
L’investimento in private equity (capitale delle PMI) è stato avviato nel 2014 con l’obiettivo di destinare a tale asset class il 5% delle risorse dei comparti Reddito e Dinamico. Da allora sono stati attribuiti 33 milioni di euro ai quattro fondi appositamente selezionati per tale gestione. La durata dell’investimento, tipicamente pari ad un decennio, non ci consente ancora di dare un giudizio sui risultati, anche se già lo scorso anno, nonostante la dimensione limitata dell’operazione, abbiamo riscontrato un positivo, seppur marginale, apporto in termini di rendimento. Attraverso l’investimento in economia reale i gestori investono in aziende virtuose, collaborando nella creazione di redditività e di marginalità nel lungo periodo. Ed alcuni degli investimenti attuati hanno tra l’altro intercettato alcune fra le tante brillanti realtà aziendali locali.
Utilizzate un approccio SRI? Se sì, per tutto o parte dei vostri investimenti?
Nell’ultimo aggiornamento del Documento sulle Politiche di Investimento molte sono state le novità adottate; fra le più rilevanti vi è effettivamente l’attivazione di un percorso che possa portare gradualmente il Fondo ad un completo allineamento ai criteri cosiddetti ESG (Ambiente, Sociale, Governance), ad oggi, adottati solo da alcuni gestori. Questa è forse la sfida più complicata che i Fondi pensione, ma non solo, si trovano a dover affrontare in questa fase storica. Molte le complessità, troppi i ritardi culturali.
Nel frattempo, un tema incombe: l’ambiente. A tal riguardo giungono dai territori feedback disarticolati. Cresce la consapevolezza (e l’angoscia) per un clima che cambia sempre più rapidamente, con un’inquietante escalation nella frequenza dei fenomeni meteorologici violenti. A tale scenario ci si approssima però con rassegnazione, oppure recriminando nei confronti delle istituzioni, che dovrebbero proteggerci da esondazioni, grandinate, tempeste… Servirebbe un atteggiamento diverso e gli esempi non mancano, specie a livello internazionale: investire per il cambiamento si può e si deve. Ammesso che non sia già troppo tardi.
Guardando al futuro, quali sono i vostri principali obiettivi in termini di strategia di investimento? In un contesto di peggioramento generalizzato dei rendimenti attesi su tutte le classi di investimento, ritenete importante effettuare ulteriori investimenti in economia reale?
Il futuro… è già iniziato. Il cambio dei benchmark nei comparti Prudente, Reddito e Dinamico, l’ingresso dei nuovi gestori e la variazione della componente azioni / obbligazioni nel Dinamico sono un assaggio del percorso pianificato.
Obiettivo: reagire alla compressione dei tassi, attivando nuove asset class ed insistendo sulla diversificazione. Ruolo chiave avranno proprio gli strumenti alternativi, a cui possiamo approcciarci valorizzando l’esperienza acquisita negli anni passati: sia per il private equity che per il private debt, si andrà ad incrementare la dimensione dell’investimento anche in una logica di diversificazione geografica (ambito Europa). Non solo: è prevista altresì l’attivazione di due nuove asset class: l’immobiliare e le infrastrutture, sempre a livello europeo.
Il tutto dovrà essere sviluppato tenendo conto dei criteri ESG, che permeano in realtà la nostra azione già da tempo. E se non bastasse… abbiamo quindi previsto un passaggio ulteriore per rispondere alle esigenze degli associati. Ma questo è una novità per i prossimi mesi…!
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