Il provvedimento inserito nell’ultima legge di Bilancio, e fortemente sostenuto dal Presidente INPS Tito Boeri, è una sorta di riedizione del cumulo contributivo del 2013.
Lo potranno richiedere tutti i lavoratori: dipendenti e autonomi (compresi gli iscritti alla Gestione separata) e i professionisti iscritti alle Casse private.
Con questa nuova possibilità, non sarà più necessario sborsare cifre, anche importanti, per ottenere la ricongiunzione; il lavoratore potrà così sfruttare la totalità dei contributi versati nel corso della carriera.
Le novità
La nuova normativa, in vigore dal 1° gennaio 2017, ha previsto:
- l’abrogazione della condizione dell’assenza del requisito per l’accesso alla pensione di vecchiaia;
- la possibilità di utilizzare il cumulo anche in caso di pensione anticipata (e non più solo nel caso della “vecchiaia”, come previsto fino all’anno scorso), una volta raggiunti i requisiti attualmente previsti (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne).
L’attivazione del cumulo gratuito, consente al lavoratore di sommare tutti gli “spezzoni” contributivi riferibili a gestioni previdenziali diverse da quella di appartenenza (che altrimenti sarebbero stati persi).
Il vantaggio: i contributi “cumulati”, da un lato, concorrono a far maturare, in anticipo, il diritto alla pensione e, dall’altra, aumentano il montante contributivo su cui si calcolerà l’assegno previdenziale (aumentando l’importo della prestazione previdenziale).
L’importo della pensione infatti deriverà dalla somma degli “spezzoni di pensione” determinati, secondo i criteri delle gestioni coinvolte (il cosiddetto calcolo “pro quota”), in rapporto ai rispettivi periodi d’iscrizione maturati e alle rispettive regole di calcolo (contributivo o retributivo).
La pensione sarà quindi pagata dall’INPS con un unico assegno.
Per informazioni personalizzate rispetto alla tua situazione contributiva, rivolgiti al tuo Patronato di fiducia o all’ufficio INPS territoriale più vicino.
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