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Se la RITA “supera” la rendita

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Fondo pensione significa libertà di decidere la strada migliore per raggiungere le proprie aspirazioni.

Più che una dichiarazione di intenti, si tratta ormai di un dato di fatto: prendiamo infatti l’esempio di Solidarietà Veneto. Ad oggi, gli iscritti che hanno attivato la rendita integrativa, la cosiddetta “seconda pensione”, affiancata a quella dell’INPS, sono 19; la maggior parte delle scelte sono state effettuate negli ultimi 3 anni. Poche persone dunque: vediamo perché.

Fino ad oggi le pensioni sono state calcolate tipicamente con il metodo “retributivo” o “misto“: assegni dignitosi che non hanno necessità di essere integrati; inoltre la “rendita” comincia a raggiungere importi interessanti solo accumulando un capitale significativo. Chi dunque si è associato pochi anni fa dispone di somme più limitate, alle quali preferisce accedere attraverso l’erogazione in “forma capitale” (tutto subito).

Sono invece 29 i lavoratori che hanno già scelto la RITA, divenuta così, in poco più di 2 anni, la forma di erogazione rateizzata “preferita” dagli iscritti al Fondo.


Tuttavia, grazie alla lungimiranza, che li ha spinti ad avviare per tempo un piano previdenziale, ciascuno di loro si è ritrovato nella condizione di poter sfruttare questa novità, decidendo, in modo attivo, la forma di prelievo finale più adatta.

Una dimostrazione concreta di ciò che significa iscriversi ad un fondo pensione.

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