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Gestione Finanziaria

Sorpresa: torna lo spread e… il Dinamico riprende quota

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In questo scenario, negativo per la gran parte dei fondi pensione italiani, sorprende il comparto Dinamico il cui valore quota cresce, grazie alla linea di condotta tenuta dal gestore Pioneer e alla diversificazione azionaria.

Al contempo, si registra una riduzione, seppur contenuta, del valore degli investimenti obbligazionari (con effetti sui comparti più prudenti).

Un piccolo messaggio dei mercati, che ci suggeriscono come prima o dopo i nodi vengano al pettine e, al contempo, evidenziano come la diversificazione e la cautela possano risultare sempre opportune.

Oggi come allora, il messaggio per gli iscritti al fondo o per coloro che stanno valutando l’ipotesi di aderire: dedica mezz’ora del tuo tempo al check up della tua posizione previdenziale.

Recandoti allo sportello InfoFuturo più vicino a te (ce ne sono 44 in tutto il Veneto), andremo a verificare se il comparto che hai scelto è il più coerente con il tuo profilo di rischio ed il tuo orizzonte temporale.

Accadeva 5 anni fa…



In premessa abbiamo parlato di “ritorno al passato”; ci riferiamo, in particolare, a 5 anni fa. Erano i mesi del rialzo dei tassi, dello spread e della paura per ogni investitore italiano: chi aveva investito in titoli di stato italiani e doveva vendere, si trovava infatti in mano somme inferiori a quelle sperate. L’effetto del rialzo dei tassi, infatti, è la riduzione di valore dei propri risparmi (in obbligazioni).

Da quel novembre in poi abbiamo assistito ad un formidabile fenomeno di senso opposto, che tante volte abbiamo raccontato: il progressivo ribasso dei tassi, indotto dalle politiche monetarie di Mario Draghi, ha permesso a comparti come il Prudente ed il Garantito TFR di spuntare performance sorprendenti, talvolta più elevate di quelle registrate dai comparti a più alto contenuto azionario.

Tornando al presente, e avendo ripercorso le principali dinamiche registrate sui mercati, vediamo i risultati dei singoli comparti, aggiornati ad ottobre 2016:

SCARICA QUI IL RIEPILOGO PER LA TUA BACHECA AZIENDALE

Dinamico



Prosegue la fase positiva ed il recupero rispetto ai primi mesi dell’anno. Ottobre si chiude con un + 0,17%, valore che consolida il risultato da inizio anno a +0,94% (benchmark +1,12).

Pioneer, principale gestore del comparto, continua a ridurre il gap rispetto al benchmark, recuperando il ritardo accumulato ad inizio anno.

Reddito



Il comparto pensato per gli iscritti a cui mancano meno di 25 al pensionamento risente dell’aumento dello spread sui titoli di stato; la performance di ottobre, – 0,55%, porta il rendimento da inizio alla soglia della parità (-0,01%).

Il risultato, grazie al lavoro delle società di gestione, tra cui spicca Duemme SGR, è peraltro nettamente superiore al benchmark: il mercato sconta infatti un -0,43% da inizio anno.

Prudente



Il rendimento del valore quota da inizio anno (– 0,28%; benchmark -0,36%) dipende in larga misura dal – 0,82% di ottobre. Come accennato in premessa, il Prudente è il comparto che più di altri ha beneficiato, negli anni passati, della diminuzione dei tassi d’interesse.

Ora accade che il rendimento atteso, soprattutto per la parte obbligazionaria, si stia posizionando su valori medi inferiori a quelli, straordinari, degli ultimi 3 4 anni. A partire da questa considerazione, ad inizio anno il Cda del Fondo ha deciso di variare l’asset allocation del Prudente, riducendo la parte obbligazionaria dal 90% all’85% del patrimonio.

Garantito Tfr



Anche il Garantito TFR, come descritto per Prudente e Reddito, ha risentito della diminuzione di valore dei titoli di stato, soprattutto di quelli italiani. Il mese si chiude a – 0,67% ed il risultato da inizio 2016 è pari a -0,27% (benchmark -0,04%).

Fondamentale sottolineare, in questi contesti, il valore aggiunto del comparto che garantisce, almeno fino alla scadenza della convenzione con Cattolica assicurazioni (fine 2019), la restituzione del capitale e di un rendimento minimo pari a quello riconosciuto a chi lascia il TFR in azienda (1,5% + 75% dell’inflazione).

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